L’inchiesta interna alla Santa Sede prosegue per scovare tutti i responsabili della fuga di notizie che ha portato nuovamente lo scandalo nelle mura del Vaticano. Dopo gli arresti eccellenti di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, gli inquirenti indagano anche sulla eventuale collaborazione di un gruppo di hacker al furto dei documenti top secret. Al proposito, per individuare i possibili traditori di papa Francesco, gli investigatori potrebbero convocare nelle prossime ore delle persone (con incarichi in Vaticano) come ”informate dei fatti”, in modo da poter contare sulla loro disponibilità a collaborare. Ma sulla trasparenza finanziaria un nuovo fronte di indagini si apre in Vaticano per sospetto riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato. Mentre prosegue anche l’inchiesta della procura di Roma sugli ex dirigenti dello Ior, Paolo Cipriani e Massimo Tull, accusati di abusiva attività bancaria e finanziaria per fatti avvenuti prima del 2011. Fino a quella data, infatti, lo Ior avrebbe gestito fondi e finanziamenti senza esserne autorizzato.
Un dossier su Giampietro NattinoIl promotore di giustizia pontificio ha avviato le indagini su operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconducibili a Giampietro Nattino, presidente di Banca Finnat Euramerica. Un provvedimento scattato dopo un rapporto dell’Autorità di informazione finanziaria. Nel dossier Nattino è sospettato di aver spostato in Svizzera conti Apsa (con saldo di oltre 2 milioni di euro) solo pochi giorni prima dell’entrata in vigore di norme più severe contro il riciclaggio. Nattino ha ribadito: “Di avere sempre operato nel pieno rispetto delle normative in vigore con la massima trasparenza e correttezza. Sono ovviamente a disposizione delle autorità competenti per ogni chiarimento“.
L’arresto di monsignor Vallejo Balda e Francesca ChaouquiLa divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla legge n. IX dello Stato della Città del Vaticano del 13 luglio 2013, art. 10 (art. 116 bis c.p.). Della notizia dell’arresto dell’ex segretario e del membro della Cosea (la Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede) ne ha dato atto padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano: ”Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria Vaticana e avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati, sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte: si tratta di un ecclesiastico, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, e della dottoressa Francesca Chaouqui”, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della Cosea, istituita da papa Francesco nel luglio 2013 e poi sciolta dopo il compimento del suo mandato. In seguito agli interrogatori, queste due persone sono state trattenute in stato di arresto in vista del proseguimento delle indagini. In seguito, ”L’Ufficio del Promotore di Giustizia, nelle persone dell’avvocato Gian Piero Milano, promotore di giustizia, e dell’avvocato Roberto Zannotti, promotore di giustizia aggiunto, ha convalidato l’arresto dei predetti, provvedendo a rimettere in stato di libertà la dottoressa Chaouqui, nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini”, mentre ”la posizione di monsignor Vallejo Balda rimane al vaglio dell’Ufficio del Promotore di Giustizia”.
Le dichiarazioni di Francesca ChaouquiFrancesca Immacolata Chaouqui, ex esponente della Commissione referente per l’Economia, che sta collaborando con gli inquirenti, era stata subito rilasciata. In un colloquio avuto con Repubblica prima che lei venisse sentita una seconda volta dalla gendarmeria vaticana ha dichiarato: “E’ stato monsignor Balda a fare quelle registrazioni a papa Bergoglio, io non ne sapevo niente” ed è stato lui “a tirarmi in mezzo“, “lui stesso fece ascoltare un audio ai membri della Cosea, la commissione di revisione dei conti dei dicasteri della Santa sede, di cui ho fatto parte anch’io chiamata dallo staff di Bergoglio e della quale monsignor Balda era segretario“, e poi ancora “tutti rimasero esterrefatti, ma la cosa finì lì“. Conferma la sua amicizia con Balda ma poi sottolinea che “la scorsa primavera ha cominciato ad agitarsi, è come impazzito“, “non è un segreto che lui sperasse di ottenere il posto di revisore generale del Vaticano, per cui è stato scelto Libero Milone. Quando non è stato nominato, ha cominciato a fargli la guerra, cosa che probabilmente lo ha spinto a consegnare carte ai giornalisti. Ma io con la diffusione dei documenti non c’entro nulla, anche perché non avevo posti da prendere in Vaticano“. E infine: “La mia collaborazione con la gendarmeria e gli inquirenti è massima. Del resto avrei potuto rimanere a casa mia e non presentarmi, quando mi hanno chiamato. E invece non avendo nulla da nascondere ci sono andata, senza avvocato“.
Vatileaks 2: le nuove indagini Prosegue l’inchiesta su Vatileaks 2, alla ricerca di altri corvi oltre a quelli già individuati. Secondo il sito Religion digital, la Gendarmeria vaticana starebbe indagando anche sul marito di Francesca Chaouqui, Corrado Lanino, un informatico che ha contribuito alla realizzazione della rete intranet del Vaticano. Il webmaster della Santa Sede poi fu trasferito nella clinica Santa Lucia con lo stesso incarico. I reati ipotizzati sono estorsione e intrusione informatica. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha intanto rinnovato il consiglio direttivo della Fondazione Bambin Gesù, al centro delle polemiche per i soldi destinati ai lavori nell’attico del cardinal Bertone. Per garantire “trasparenza, solidarietà e innovazione” sono stati nominati sei consiglieri i cui nomi più noti sono quelli di Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, Anna Maria Tarantola, ex presidente Rai, e il diplomatico Antonio Zanardi Landi, già ambasciatore italiano presso la Santa Sede.