Lo Scenario 4 potrebbe non essere poi così lontano. La previsione peggiore descritta dall’Istituto Superiore di Sanità nel documento “Prevenzione e risposta a COVID-19” che valuta la “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo” potrebbe concretizzarsi in alcune zone d’Italia.
Solo nella giornata di ieri sono stati registrati 26.831 i nuovi casi di Covid su 201.452 tamponi effettuati. I decessi sono stati 217. Di giorno in giorno aumentano i nuovi contagi: l’indice di trasmissibilità Rt (ovvero quante persone in media possono contagiarne altre), che viene calcolato per ogni Regione, sarebbe già oltre l’1,5 stimato le settimana scorsa e riferito al periodo 12-18 ottobre. Questo fa ipotizzare che lo Scenario 4 sia inevitabile.
Proprio cinque giorni fa, il Ministro Speranza aveva invocato misure più rigide in virtù di quell’indice Rt 1.5 preoccupante: ora la risposta da Conte.
Giuseppe Conte ha spiegato che ora il paese è monitorato nello Scenario 3, ma ha annunciato lui stesso ieri alla Camera l’aumento dell’indice e l’aggravarsi della situazione. Inoltre, ha ammesso che la situazione è piuttosto critica: “Il numero dei positivi è cresciuto in modo preoccupante ed è difficoltoso tracciare le catene di trasmissione, come sta avvenendo in molti Paesi europei. Il quadro epidemiologico sta determinando una pressione severa sul Ssn, con un incremento significativo delle persone ricoverate, sia in area medica che in terapia intensiva. Da tutto ciò, deriva la necessità di misure più restrittive“. Il premier ha sostanzialmente preparato il paese ad affrontare la situazione più grave prevista, alla quale conseguiranno norme ancora più restrittive.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, di questo passo, in un mese e mezzo i servizi sanitari e assistenziali saranno sovraccarichi di pazienti. Se entro tre settimane non dovesse esserci un calo dei contagi, il lockdown sarebbe l’unica soluzione.
Lombardia (soprattutto Milano), Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta (la più contagiata d’Italia) e la provincia di Bolzano, che ha deciso di dare una stretta alle norme anti Covid solo ieri, sono le candidate ad entrare nello Scenario 4.
Tre settimane è il tempo stabilito dunque per valutare il da farsi: se non calano i contagi, la chiusura delle Regioni sarà inevitabile. Bisogna scongiurare il rischio di un sovraccarico del Sistema Sanitario, che potrebbe avvenire nel giro un mese/un mese e mezzo di questi ritmi, spiega il rapporto dell’ISS. La situazione potrebbe essere più sotto controllo nel caso in cui ad ammalarsi fossero principalmente i più giovani, come quest’estate, e i più anziani vengano protetti adeguatamente, cosa piuttosto improbabile, ma “in uno scenario nazionale di questo tipo è presumibile che molte regioni siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie regioni, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato“.
Anche Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza ha confermato: i positivi sono otto volte quelli di settimana scorsa, il sistema di questo passo non reggerà. Lo Scenario 4 è alle porte.
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