La donna del momento, meglio la politica (e in questo caso non solo donna) del momento è sicuramente Elly Schlein, la neo segretaria del Partito democratico che, dopo aver sbaragliato la concorrenza e sconfessato circoli e sondaggi alle primarie del 26 febbraio, si è presa in mano lo schieramento fino a portarlo sempre più in alto nei sondaggi.
Di cosa voglia fare per fare un’opposizione costruttiva (specie in vista delle prossime e lontane politiche) la deputata italo americana ce ne ha dato prova anche in questa prime settimane da succeditrice di Enrico Letta. I migranti, il salario minimo, anche il sostegno all’Ucraina sono tra i temi di cui più ha parlato Schlein che, però, nell’intervista registrata che andrà in onda stasera su RaiDue da Alessandro Cattelan, ha spiegato che non ha cambiato idea sulla legalizzazione della cannabis. Tornando ai suoi successi, l’ex vice governatrice dell’Emilia Romagna ha raccontato al conduttore di soffrire anche un po’ di ansia da prestazione.
Elly Schlein, la neo segretaria del Partito democratico, è praticamente ovunque: è alla Camera (e nelle anticamere) a dare battaglia al governo sul tema dei migranti e (anche) del salario minimo, è nelle piazze, accanto sia a chi lotta contro la mafia e chi per avere gli stessi diritti degli altri, è in televisione. Dopo la prima intervista a Fabio Fazio a Che tempo che fa nella settimana dopo aver vinto le primarie nei gazebo contro Stefano Bonaccini, la deputata italo americana sarà ospite di Stasera c’è Cattelan, il programma in onda in seconda serata su Raidue in cui il conduttore di Tortona fa un po’ il David Letterman. È nella sua veste di intervistatore e showman che Alessandro Cattelan (appunto) ha posto delle domande alla leader del Nazareno a cui lei non si è sottratta.
Non lo ha fatto sulla cannabis legale, per esempio, per cui, come già aveva detto in passato subendo, tra l’altro, gli attacchi del segretario federale della Lega, Matteo Salvini, è favorevole. Non lo è per un motivo banale, però, ha spiegato. Per Schlein, infatti, la legalizzazione “sarebbe un buon modo di contrastare le mafie e la criminalità organizzata”, dopo tutto, nei Paesi in cui lo è, “come negli Stati Uniti e non solo, si dimostra che c’è un uso più consapevole, che non è un incentivo all’utilizzo soprattutto per la fascia preadolescenziale ed è sicuramente un modo per scalfire il crimine organizzato che ne gestisce il traffico. Quindi, secondo me, bisogna andare su questa strada”, ha detto.
E non è un caso che proprio la lotta alle mafie sia uno dei suoi pallini. Come dicevamo, oggi la leader dei democratici ha preso parte alla manifestazione di Libera, a Milano – in cui c’erano 70mila persone -, proprio per ribadire la sua contrarietà a questi sistemi di malavita. Per l’ex vice governatrice dell’Emilia Romagna, “in momenti di difficoltà, gli strumenti che ci diamo per contrastare l’infiltrazione devono essere ulteriormente rafforzati. E purtroppo non stiamo vedendo questo”, perché, ha aggiunto, il modo corretto non è innalzare il tetto del contante, o indebolendo le tutele della legalità nel codice degli appalti, piuttosto “lo si fa con una grande operazione di maggiore trasparenza e controllo, di maggiore formazione, fin dalle scuole e dentro le pubbliche amministrazioni, con una battaglia che è anche culturale”.
Il riferimento scontato era quella Giorgia Meloni, l’altra donna al potere, che ha scelto di percorrere questa strada e che, per Schlein, sta sbagliando anche per quanto riguarda il riconoscimento dei figli per le persone dello stesso sesso. La segretaria che è scesa in piazza solo sabato accanto alle famiglie arcobaleno, e sempre a Milano, ha raccontato a Cattelan che “è stata una giornata molto bella ma anche di preoccupazione”.
Per lei, infatti, si deve lottare di più “ perché la pressione che è stata fatta sul Comune di Milano e adesso anche sul Comune di Padova di smettere di trascrivere” gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali “è frutto dell’ideologia che guida questa maggioranza di governo che ci vuole ripotare molto indietro nel tempo”. Famiglie che, ha detto, ancora, “chiedono di essere in Europa e nel futuro, e che i loro figli vengano riconosciuti come lo sono anche nel resto d’Europa”, e la proposta del Pd parla anche di questo oltre che del matrimonio egualitario, perché sì, bisogna anche “difendere il diritto di amare indipendentemente dall’orientamento sessuale”.
Oltre ai temi, la succeditrice di Enrico Letta alla guida dem ha poi parlato di quello che è successo all’interno del suo schieramento, partendo proprio dal nuovo incarico che gli elettori le hanno consegnato il 26 febbraio. Ma non è tutto ora quello che luccica, perché la rincorsa di Schlein alla presidentessa del Consiglio passa anche da un po’ di “ansia da prestazione”. “Sapevamo quello che ci aspettava, una strada in salita e abbiamo messo le scarpe comode apposta“, ha ironizzato la segretaria prima di precisare che sente e sentono “una grande responsabilità di costruire l’alternativa a chi governa dopo anni di disillusione verso la sinistra e verso il Pd”, e quell’ansia non serve che a farli rimanere con i piedi per terra e migliorarsi, giorno dopo giorno.
C’è anche il bello, però. Come il fatto che il clima sia cambiato e che “si è risvegliata la speranza“. Ed è proprio per questo motivo, ha concluso Schlein, che sta bene, “è un periodo molto bello, intenso, sicuramente non ci siamo ancora fermati dalla notte delle primarie”. Dopo tutto, l’oltre un milione di persone che si è presentato ai gazebo “non era scontato, venivamo da un periodo molto difficile dopo alcune sconfitte pesanti”.
Non hanno parlato solo di politica, però, Schlein e Cattelan. Allacciandosi a una delle grandi passioni del conduttore, la segretaria ha raccontato anche del calcio, e del fatto che lei in primis giocava nella nazionale parlamentare femminile, e con un nobile scopo, anche se ora il tempo a disposizione non è più lo stesso: “Lo facevamo anche per sensibilizzare sulle discriminazioni che le sportive professioniste ancora vivono nel mondo dello sport“. Quanto a quale è la squadra per la quale tifa, la numero uno del Partito democratico ha risposto la Nazionale, ma ha anche ammesso che non segue il campionato da po’, ma quando era piccola è stata una fan del Milan, e poi della Juventus, mentre ora simpatizza per il Bologna. Tornando ai rossoneri, il motivo per cui ha smesso di fare il tifo per loro, be’, ha detto, “quando ho capito di chi era…”, e sì, si riferiva a Silvio Berlusconi, il presidente di Forza Italia che ora è il proprietario del Monza, sicuramente non tra i suoi “amici”.
Schlein ha suggellato la sua partecipazione al programma serale suonando al pianoforte Imagine di John Lennon, con il conduttore che ha cantato insieme a lei. Non un brano a caso, comunque, ma quello che oggi hanno intonato anche alla manifestazione per le vittime della mafia, perché sì, la politica del mondo non può fare a meno di parlare, e di continuare a combattere.
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