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Politica

Schlein ha aperto sia al MoVimento 5 stelle, sia al terzo polo

Elly Schlein, la neo segretaria del Partito democratico, dopo l’abbraccio con Giuseppe Conte, intervistata da Fabio Fazio, ha aperto alla possibilità di alleanze non solo con il MoVimento 5 stelle, di cui l’ex premier è il presidente, ma anche con il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Le battaglie, infatti, sul salario minimo e sulla sanità pubblica possono essere condivise con i due schieramenti con cui non ci si è presentati insieme alle elezioni e che adesso stanno all’opposizione esattamente come i dem.

Elly Schlein e Giuseppe Conte – Nanopress.it

Nell’intervista a RaiTre, la deputata italo americana ha chiarito anche le sue posizioni in merito alla guerra in Ucraina e nella fattispecie sull’invio di armi al Paese di Volodymyr Zelensky, sposando la linea del Partito democratico. A proposito dello schieramento, resta da capire che ne sarà dello sconfitto delle primarie, il suo ex numero uno in Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha preso del tempo sulla proposta di Schlein di diventare vice segretario.

Il Partito democratico di Schlein tra alleanze (sia con il MoVimento 5 stelle, sia con il terzo polo) e l’invio di armi all’Ucraina

Per la sua prima intervista ufficiale da segretaria del Partito democratico, Elly Schlein ha scelto Che tempo che fa, il programma su RaiTre di Fabio Fazio. La deputata dem, che a sorpresa, solo una settimana fa, ha vinto le primarie, sovvertendo ai gazebo il risultato dei circoli contro il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, di cui è stata la numero due fino a quando non ha deciso di candidarsi in Parlamento, ha chiarito diversi argomenti che hanno tenuto banco nei giorni scorsi, soprattutto quelli che riguardano il futuro dello schieramento dem ora che è arrivata lei come leader.

Innanzitutto, come prima cosa, l’italo americana ha aperto al tesseramento online per il Nazareno, che in mezz’ora, tra l’altro, aveva raccolto già mille adesioni mandando il sito in tilt. “L’invito al popolo delle primarie è: venite, aiutateci, abbiamo bisogno di voi, entrate a far parte dei questa comunità perché ci servono le vostre competenze, le vostre idee, la vostra passione“, ha spiegato Schlein.

L’arrivo di nuovi simpatizzanti, che per lo più sposeranno la causa dell’ex vice governatrice emiliana, non sarà un tema che creerà dei conflitti all’interno del partito. Le divisioni, così come le correnti, infatti, erano stati al centro del dibattito di giornalisti e non solo perché, effettivamente, la sua vittoria è arrivata grazie al voto di persone che non sempre avevano dato la preferenza al Pd alle elezioni. “Sarà mio interesse essere la segretaria di tutti e di tutte e lavorare bene insieme agli altri candidati, Bonaccini in primis, ma anche Cuperlo e De Micheli” e “dimostrare che è finito tempo dei personalismi e della conflittualità interna“, ha chiarito la leader arrivata al posto di Enrico Letta.

Elly Schlein – Nanopress.it

Anzi, proprio sull’onda della partecipazione che c’è stata, ha detto ancora, si può e si deve puntare alla ricompattamento dello schieramento, cosa che comunque non è facile, perché è “il presupposto migliore per uscire dalle logiche di cooptazione e rimescolare le culture“. Quanto a probabili rischi di scissione, Schlein è sicura che non ci saranno, perché si lavorerà per tenerlo unito “ma senza rinunciare a una direzione chiara“.

Una direzione chiara che passa anche dalle alleanze con gli altri partiti delle opposizioni, un altro tema sollevato nella prima settimana di segreteria della deputata. Ecco, spiegando il motivo per cui sabato, a Firenze, ha deciso di scendere in piazza, ovvero per rispondere all’aggressione squadrista davanti a una scuola, a difesa della scuola pubblica e della costituzione, per lanciare un messaggio chiaro: questi metodi squadristi non passeranno, non saranno tollerati“, in cui si sono ritrovati, ha detto, anche “la necessità e la voglia di fare opposizione in maniera più efficace e coordinata. Sulla scuola pubblica non si scherza fare insieme una grande battaglia“, Schlein ha aperto ai leader del MoVimento 5 stelle e del terzo polo.


(S-D) Maurizio Acerbo, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, Ettore Rosato, Elly Schlein, Giuseppe Conte ed Enrico Letta – Nanopress.it

I risultati delle elezioni di settembre sono anche il frutto delle mancate alleanze e della mancata capacità di costruire un fronte, un campo che potesse essere competitivo rispetto a quello delle destre“, ha iniziato sull’argomento, precisando anche “sarebbe irresponsabile non trovare, nelle nostre differenze, terreni di battaglie comuni” a fronte pure della sconfitta alle regionali, sia nel Lazio, sia in Lombardia.

Una di queste, ha detto Schlein rivolgendosi tanto a Giuseppe Conte, con cui c’è stato anche un abbraccio proprio nel capoluogo toscano, quanto a Carlo Calenda, Matteo Renzi e anche ad Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni, potrebbe essere quello del salario minimo: “Facciamolo insieme, in Parlamento e nel Paese“. Non solo, però, perché la deputata ha lanciato un appello ai leader anche per quanto riguarda la difesa della sanità pubblica, chiarendo oltretutto che dopo la vittoria delle elezioni ha sentito sia il frontman del terzo polo, sia l’ex premier.

Carlo Calenda, Enrico Letta ed Elly Schlein – Nanopress.it

Proprio per quanto riguarda Conte, un tema che potrebbe dividerli è quello che riguarda l’invio delle armi in Ucraina. Se fino a qualche tempo fa (ovvero prima di sedersi tra gli scranni di Montecitorio), Schlein era su posizioni che invitavano a intavolare discorsi che avrebbero potuto portare alla pace, ora la segretaria dei democratici ha deciso di sposare la linea del partito. “Abbiamo votato in Parlamento e credo sia necessario sostenere il popolo ucraino rispetto a un’invasione criminale ha risposto a precisa domanda di Fazio -. Quello che però ho sempre aggiunto è che non può esserci sinistra senza cercare di costruire la pace e non possiamo rinunciare all’idea che i conflitti non si risolvono solo con le armi“.

L’idea della deputata, che ha detto di essere una “federalista europea convinta” è quello di avere l’Unione europea come protagonistadal punto di vista politico e diplomatico“, perché Vladimir Putin, ha precisato, “non è isolato, molti Paesi lo stanno ancora supportando e si può fare maggiore pressione per arrivare alla fine del conflitto, a una conferenza multilaterale di pace che non può che essere una pace giusta“.

Schlein ha poi voluto ribadire la sua totale estraneità e soprattutto non accettazione a condanna rispetto ai “fenomeni di violenza che stiamo continuando a vedere” con un riferimento chiaro a quello che è successo a Torino nella manifestazione degli anarchici per Alfredo Cospito, ancora detenuto in regime di 41 bis: “Dobbiamo tenere cara la difesa dei principi di democrazia e pluralismo e su questo non si deve arretrare di un centimetro“, ha dichiarato ancora da Fazio.

E Che tempo che fa è stata l’occasione anche per parlare dell’autonomia differenziata così come è stata licenziata dal ministro della Lega (e del governo di Giorgia Meloni), Roberto Calderoli. “Il ministro – ha spiegato Schlein – ha detto di aver avuto via libera da parte della conferenza unificata su un progetto che noi rigettiamo con forza“. Secondo lei, il progetto è stato fatto scavalcando il Parlamento, ma soprattutto non mettendo nei Lep, che possono essere fissati da una cabina di regia, dei soldi in più per il Sud, da cui invece, per lei, deve ripartire il riscatto dell’Italia.

Sui soldi, la neo segretaria ha anche risposto alle “accuse” che gli sono state mosse negli ultimi giorni di essere milionaria (o di provenire da una famiglia che lo è): “Ho fatto in Svizzera le scuole elementari, medie e il liceo, sempre scuole pubbliche – ha iniziato Schlein -. Tra le fake news che mette in circolo la destra estrema, c’è anche questa, chiunque sia nato in Svizzera deve essere per forza milionario. Voglio sfatare questo mito: non lo sono, vengo da una normalissima famiglia borghese e anzi ringrazio i miei genitori per i sacrifici che hanno fatto per far studiare me e i miei fratelli“.

Il ruolo di Bonaccini nella nuova squadra dei dem

Tra le cose non dette da Schlein nell’intervista da Fazio c’è sicuramente quello che riguarda la nuova squadra che, da domenica prossima, sarà ufficiale. Nell’assemblea nazionale di Roma, al Nazareno, infatti, c’è da votare il nuovo presidente del Partito democratico, ruolo a cui ambirebbe lo sconfitto delle primarie, ma a cui la leader dem ha offerto il ruolo di vice-segretario.

Elly Shlein Stefano Bonaccini – Nanopress.it

Bonaccini ha preso del tempo per pensarci, ma da ciò che traspare anche dalle parole di chi lo sosteneva, dicono da Repubblica, difficilmente potrebbe accettare, anche se dovrebbe essere comunque accontentato – in realtà, qui, le versioni sono discordanti, e quindi c’è chi pensa anche che, invece, un accordo non sia stato trovato. L’idea di base, in ogni caso, pare essere quella di tenere abbastanza divisi maggioranza e minoranza, quindi vincitori e vinti, anche in un clima di collaborazione e lealtà di cui hanno parlato sia il governatore dell’Emilia Romagna, sia i suoi.

Il ruolo da presidente, comunque, non è l’unica casella su cui si balla. Le trattative sono ancora in corso anche per quanto riguarda i ruoli di capigruppo in Camera e Senato, con le due presidenti democratiche, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, pronte, come già spiegato in passato, a fare un passo indietro. Per Palazzo Madama, resta sempre in pole Francesco Boccia, ma un fedelissimo di Schlein, riflettono dalla parte di Bonaccini, sarebbe meglio se arrivasse a Montecitorio, proprio perché sarà la segretaria a prendere la parola più spesso in aula.

Sarà comunque lei ad avere l’ultima parola sui nomi in bilico, così come sembra abbia già blindato parte degli altri. E quindi, Marco Furfaro sarà coordinatore, Marco Sarracino sarà il Giovanni Donzelli del Pd e quindi sarà nell’organizzazione, Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema, sarà posizionata agli Enti locali, e poi ci saranno Alessandro Zan, Chiara Gribaudo e Chiara Braga e l’ex deputato bersaniano Alfredo D’Attorre.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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