Mentre da Bruxelles sta continuando a fare opposizione al governo di Giorgia Meloni, e ancora sul tema dell’immigrazione, Elly Schlein, la nuova segretaria del Partito democratico, al contempo, sta anche proseguendo a fare incetta di consensi. Sia i sondaggi di SWG per il tg di La7, sia la Supermedia di YouTrend per l’Agi, infatti, hanno registrato un sorpasso ai danni del MoVimento 5 stelle e un avvicinamento a Fratelli d’Italia della premier. Dall’Istituto Demopolis, nel loro Barometro Politico, hanno evidenziato anche come, con la nuova leadership, i dem abbiano raggiunto la quota di 5,8 milioni di elettori potenziali, quasi due milioni in più di circa 50 giorni fa.
Molti di loro, hanno sottolineato nel sondaggio, sono persone che prima si sarebbero astenute – anche la quota dei votanti, in effetti, si è alzata del 5% dalle politiche del 25 settembre -, un po’ di meno, invece, avrebbero votato per altri partiti, tutti all’interno delle opposizioni, che quindi perdono un po’ di appeal, ma che unite, però, supererebbero i voti della maggioranza di governo, ferma al 46% contro il 47% delle altre forze.
Arrivata nel momento peggiore della storia del Partito democratico, Elly Schlein è diventata il Re Mida dello schieramento. La segretaria, eletta a sorpresa poco meno di un mese fa ai danni del suo ex numero uno in Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, lo abbiamo già detto tante volte, ha preso le redini in mano dei dem e li sta portando, a suon di opposizione intelligente e di presenza sul territorio, a toccare quei numeri che non si vedevano da tempo dalle parti del Nazareno.
Secondo l’Istituto Demopolis, che ha fatto un sondaggio per il programma di Lilly Gruber, su La7, Otto e mezzo, da fine gennaio a oggi, il Pd ha recuperato un milione e 800mila elettori che, nel corso del tempo, ma soprattutto dopo le politiche del 25 settembre, aveva perso. A fronte di un’affluenza al 64%, alle elezioni che hanno incoronato Giorgia Meloni come la prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana – e non perché c’è stata un’elezione diretta, ma semplicemente perché Fratelli d’Italia, il suo partito, è stato quello più votato -, i democratici viaggiavano sui 5,35 milioni di elettori, che sono diventati poi 4 milioni con l’affluenza potenziale di gennaio al 61%. Ecco, quindi, che in 50 giorni, con la deputata italo americana al comando al posto di Enrico Letta (e con le primarie imminenti), sono aumentati fino ad arrivare a 5,8 milioni, e con un’affluenza stimata al 66%.
E non è assolutamente un caso, perché i nuovi voti che potrebbero arrivare al Partito democratico sono 70 su 100, dicono dall’istituto, provenienti da persone che prima non si sarebbero recate alle urne, ovvero un milione e 250mila elettori. Gli altri 30, invece, erano divisi tra il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, il 16% totale, l’alleanza Verdi e Sinistra, il 5%, e il 9% che optavano per altre liste.
Rimanendo sull’affluenza, il direttore dell’istituto di ricerca, Pietro Vento, ha spiegato che è tornata a crescere “soprattutto grazie a una forte motivazione al voto che si rileva in particolar modo tra quanti si riconoscono nei due principali partiti italiani, guidati da Giorgia Meloni e da Elly Schlein“.
Nel merito delle percentuali di voto, il Partito democratico con la nuova segretaria, è passato dal 15% di gennaio al 20,2% di oggi, numeri che non si vedevano dalle europee del 2019, in cui si era riusciti ad arrivare al 22,7%. Come ben si sa, infatti, i dem, allora guidati da Matteo Renzi, avevano raccolto il 18,8% alle politiche del 2018, e poco meglio avevano fatto a quelle di settembre, in cui con l’ex premier pisano si era arrivati al 19%.
Per uno schieramento, quello di Schlein, appunto, che cresce di più del 5% in soli 50 giorni, ce ne sono altri che perdono più di qualcosa – non Fratelli d’Italia della premier Meloni che dalle politiche ha guadagnato il 4%, ed è fotografata al 30%. I pentastellati, per esempio, come dimostrano anche i sondaggi di SWG e la Supermedia, sono stati sorpassati dal Partito democratico e sono dati in calo al 15%, ma non sono gli unici.
In discesa, secondo Barometro Politico, infatti, ci sono anche la Lega di Matteo Salvini, che si attesta sull’8,5%, il terzo polo quindi Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi al 7,3%, Forza Italia di Silvio Berlusconi al 6,6% ed Europa Verde di Angelo Bonelli ed Eleonora Evi assieme a Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni al 3%, contro tutti gli altri schieramenti non solo sotto la soglia di sbarramento, ma addirittura sotto il 2%.
Il tutto, chiaramente, si ripercuote anche alle coalizioni. Così come si sono presentate alle elezioni di settembre, infatti, il centrodestra arriva al 46%, il centrosinistra, trascinato soprattutto dal Pd, al 24,7%, e, come già detto, il MoVimento 5 stelle al 15% e il terzo polo al 7,3%. Se, però, i voti delle opposizioni si unissero, il totale supererebbe quello della maggioranza che ora sostiene il governo di un punto percentuale (46% contro il 47% del cosiddetto campo largo), rendendo anche più difficile l’iter legislativo.
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