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Scie chimiche: c’è chi la crede una teoria vera, c’è chi, invece, la ritiene una vera e propria bufala. Molti esperti scientifici hanno mostrato perplessità nei confronti di una “teoria del complotto”, che ha suscitato reazioni differenti, che ha posto numerosi interrogativi e che ha dato adito alle ipotesi più varie. Il tutto riguarda nello specifico le scie di condensazione che gli aerei lasciano nel loro percorso in cielo: c’è chi ritiene che queste rientrino in un’operazione di carattere globale, portato avanti da autori misteriosi, che vogliono irrorare il nostro pianeta con agenti chimici pericolosi, in grado anche di alterare il clima terrestre.
La comunità scientifica mondiale non ha dato molto credito alla teoria degli agenti chimici, anche perché, secondo molti, mancherebbero delle prove valide a suffragare un’ipotesi complottistica. Intanto quest’ultima si è sempre più diffusa attraverso in mass media ed internet in particolare, dando vita ad un inteso dibattito.
La teoria del complotto
Le motivazioni addotte dai complottisti chiamo in causa diversi fattori. In questo senso, infatti, le ipotesi sarebbero molte: esperimenti rapportabili ad azioni governative, attacchi militari o terroristici, tentativi di mettere in atto condizionamenti psicologici per mezzo di agenti psicoattivi. Alcuni hanno visto in questa presunta irrorazione chimica la volontà di fermare la crescita della popolazione mondiale.
Alcuni sostenitori della teoria si sono proclamati “ricercatori indipendenti” e hanno accusato i servizi segreti di essere responsabili di atti di sabotaggio, volti a non far emergere quella che ritengono sia la verità. Sono stati chiamati in causa il Vaticano, la CIA, la NASA, le compagnie aeree e perfino Google.
Le scie chimiche sarebbero fatte di nanoparticelle, di virus, di bario, di pesticidi, di protozoi o di Ogm alieni. Si possono rintracciare in rete differenti informazioni a questo proposito e alcuni siti internet dedicati all’argomento dichiarano di avere delle prove inconfutabili, basate sulle analisi chimiche che sarebbero state condotte su appositi campioni, i quali sarebbero stati raccolti sotto la scia, nell’acqua o sul terreno.
A che cosa servirebbero
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Moltissime le teorie avanzate anche a proposito degli scopi, per i quali verrebbero distribuite nell’atmosfera le scie chimiche. A questo proposito si parla di accecamento dei radar nemici, di creazione di un campo elettromagnetico per facilitare le trasmissioni in ambito strategico – militare, di distruzione dell’ozono. Ma c’è di più. C’è anche chi presume che il tutto serva ad una mappatura del territorio, ad una sperimentazione di agenti patogeni sulla popolazione inconsapevole, nell’ambito di veri e propri scenari di guerra batteriologica.
Su questo fine verte anche la teoria della diffusione di malattie, per favorire lo sviluppo delle multinazionali farmaceutiche. Poi si arriva ad ipotesi ancora più estreme, come quella che si basa sul controllo del pensiero e del comportamento. Tutto ciò verrebbe messo in atto per mezzo di onde elettromagnetiche a bassa frequenza o con la diffusione di composti del litio. Infine si arriva ad ipotizzare una modificazione del Dna umano, che avrebbe come fine l’impedimento di un’evoluzione genetica. La teoria del complotto si spinge all’ipotesi della creazione di immagini olografiche nell’ambito di una falsa invasione aliena oppure a quella che presuppone l’intento di un inquinamento degli ecosistemi. Questo potrebbe servire a far aumentare il costo delle risorse idriche e agricole rimanenti.
La teoria del complotto arriva a prendere in considerazione anche la possibilità di arrivare alla sfoltimento di alcuni settori della popolazione ritenuti improduttivi, come gli anziani o i malati cronici. Le ipotesi sono varie e cambiano a seconda degli studiosi appassionati che si occupano dell’argomento.
L’origine della presunta bufala
Tutto ebbe inizio con Richard Finke e con un certo Larry Wayne Harris, che nel 1997 aveva aperto una ditta di consulenza contro gli attacchi terroristici. I due erano in cerca di pubblicità e cominciarono a diffondere messaggi di posta elettronica, attraverso i quali annunciavano che il mondo si sarebbe trovato ben presto ad affrontare un attacco. Tuttavia il loro intento non ebbe un esito positivo, perché i clienti non arrivarono.
Per questo motivo, da ciò che viene presentato come la ricostruzione dei fatti, i due soci misero a punto un’altra versione: al carburante degli aerei sarebbe stata mescolata una sostanza tossica, che poi sarebbe stata dispersa nei cieli. Le tracce sarebbero state trovate in dei campioni d’acqua raccolti da alcuni contadini.
Nel 1999 il racconto dei fatti, come era stato presentato, trovò spazio in un programma radiofonico e fu portato alla ribalta da un giornalista appassionato dell’argomento: William Thomas.
Di recente sono state pubblicate delle foto molto interessanti: vengono mostrati dei serbatoi all’interno degli aerei, che confermerebbero la possibilità che negli aeromobili vengano caricate grandi quantità di sostanze chimiche da distribuire nei cieli. Su queste immagini si sono create parecchie polemiche. Gli esperti hanno spiegato che si tratterebbe soltanto di serbatoi d’acqua: i liquidi verrebbero passati da una tanica all’altra, in modo da equilibrare il peso all’interno degli aerei stessi.
Che cosa sono realmente
Secondo gli esperti, quelle che vengono definite “scie chimiche” non sarebbero altro che fenomeni rapportabili ai gas di scarico degli aeromobili. In base alle condizioni atmosferiche e all’intensità del traffico aereo possono assumere anche aspetti inconsueti. Si tratterebbe, quindi, di strisce nuvolose, che all’inizio appaiono sottili e che in seguito tendono ad allargarsi, determinando delle formazioni ampie. Si formerebbero in seguito alla solidificazione del vapore acqueo, generalmente a causa di un cambiamento di temperatura nell’atmosfera umida.
A volte sono scie di convenzione, che sono provocate dai moti convettivi sulla scia dell’aereo, quando esso si ritrova a volare in aria instabile. Ci sono anche le scie di origine aerodinamica, che si formano quando, a causa del moto dell’aereo, l’aria si espande.
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