Domenico Scilipoti sbarca alla Nato per occuparsi di Ucraina e sul web scoppia l’ironia. E non potrebbe essere altrimenti. Il senatore di Forza Italia, infatti, più che per meriti politici è diventato famoso per i cambi di casacca, le teorie complottistiche sulle scie chimiche, le citazioni della Bibbia, le frasi omofobe e una lunga serie di gaffe. Ma tant’è: il prestigioso incarico è suo. Il ginecologo “Re dei peones”, che già si era occupato di Alleanza Atlantica, passerà dall’agopuntura alla gestione di una bollente situazione geopolitica.
Scilipoti è infatti stato nominato vicepresidente della Commissione parlamentare della Nato che si occupa di scienze, tecnologia e sicurezza, e farà parte di quella che dovrà occuparsi della crisi ucraina nel Donbass. La crisi che nei mesi scorsi ha fatto alzare venti di Guerra Fredda tra Russia e Stati Uniti, per capirci. Ma il senatore ha pronta la ricetta per risolvere la questione, là dove Putin, Hollande, la Merkel e l’Europa intera hanno fallito: i valori cristiani e i valori siciliani. Perché nessuno ci ha pensato prima?
Questo il commento, autocelebrativo, di colui che fu definito “Re dei peones”: “Il nostro Paese ha già fatto tanto ma deve poter fare ancora di più nella lotta al terrorismo, portando anzi i valori cristiani a fondamento del dialogo con tutte le parti interessate. Porterò con me gli insegnamenti del popolo siciliano che ha fatto dell’accoglienza e dell’incontro tra culture, una ricetta vincente nella storia passata”.
Sul web è subito scoppiata l’ironia. L’hashtag #Scilipoti è diventato subito uno dei trend topic su Twitter. Queste alcune delle battute.
Chi è Domenico Scilipoti?
Per capire come mai Scilipoti alla Nato abbia provocato tanta ilarità, bisogna ripercorrere la carriera e raccontare il personaggio. Domenico Scilipoti Isgrò, nato a Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina, il 26 agosto 1957, si è laureato in medicina e chirurgia ottenendo la specializzazione in ginecologia e ostetricia. Ha quindi esercitato la professione di ginecologo e agopuntore ed è stato professore presso due università brasiliane.
Il tradimento a Di Pietro: l’avvento dello Scilipotismo
Dopo alcuni incarichi locali, è sbarcato nella politica nazionale con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Il partito più antiberlusconiano di tutti. Ed è stato allora che è diventato famoso. Combattendo al fianco del magistrato contro il feroce “caimano”? Ma no: con un clamoroso tradimento proprio a favore del nemico. Nel dicembre 2010 Scilipoti ha infatti voltato le spalle a Di Pietro, entrando nel Gruppo Misto e votando la fiducia al Governo Berlusconi, salvandolo dalla caduta. “Noi del movimento di responsabilità nazionale consegniamo alla storia una scelta dolorosa e traumatica ma rivoluzionaria, giusta e significativa”, si è giustificato lui, con tono patriottico.
“Il mio è il curriculum di un parlamentare responsabile, che ha anteposto gli interessi personali in favore di quello del Paese, così come fece Saragat. Io fedele a Berlusconi? Ma che c’entra la fedeltà? La fedeltà è dei cani…”, ribadirà nel 2013. La magistratura ha voluto vederci chiaro indagandolo per corruzione: l’inchiesta verrà archiviata solo nel febbraio 2016.
È l’avvento dello Scilipotismo, neologismo accolto anche dalla Treccani per indicare traditori, infedeli e voltagabbana. Scilipoti, tra gli insulti di mezza Italia, è stato dunque folgorato sulla via di Arcore abbracciando Forza Italia. Da antiberlusconiano è diventato berlusconiano di ferro. E non ci può essere stato che lui, Silvio, alla presentazione della biografia “Scilipoti, re dei peones”.
Dalle scie chimiche alle battaglie omofobe
Negli anni successivi il personaggio si è reso protagonista di gaffe, dichiarazioni discutibili e battaglie contro i veri mali dell’umanità. Ha combattuto contro il signoraggio bancario accanto a due rivoluzionari come Alfonso Luigi Marra e Sara Tommasi. Sull’invito a un convegno sulle origini del signoraggio, per attirare le folle, Scilipoti scrisse: “Interverrà la dottoressa Sara Tommasi, esperta di finanza”. Esperta di finanza.
Il Nostro ha anche cercato di aprire gli occhi degli italiani sulle scie chimiche. Era il 2014 quando ha tuonato: “Il governo cancelli il segreto di Stato sulle cosiddette ‘scie chimiche’ e faccia cessare le operazioni aeree militari che determinano danni ambientali e alla salute delle popolazioni dei territori interessati. È necessario chiarire con esattezza quale influenza le scie chimiche hanno sulla salute degli italiani, pubblicando i risultati delle ricerche epidemiologiche relative alle malattie dell’apparato respiratorio, alle allergie dovute a intossicazione da metalli e alle malattie degenerative come l’Alzheimer”. E ancora: “Si ammetta ufficialmente che le scie chimiche fanno parte di un preciso disegno di geoingegneria in accordo con gli Usa!”.
Ma il meglio di sé, anzi, il peggio, lo ha dato parlando di omosessualità, quella “patologia” che, attraverso “atti animaleschi”, può portare all’“estinzione della razza umana”. Nel 2012 il ginecologo ha offerto lezioni di anatomia: “Tutti noi sappiamo a cosa serve l’ano. Il rapporto anale tra due uomini è sicuramente contro natura, fuori dal normale, quello non è voler bene e rispettare l’altro, è un atto animalesco”. Nel 2016, per convincere i parlamentari a votare contro le Unioni Civili e la stepchild adoption, ha dato prova di un inglese impeccabile (“stepcaild a-a-a-a-assosescion”) e ha filosofeggiato di Bibbia, Levitico e sacre scritture in Senato. Tra le risate generali.
Senza dimenticare la sua vecchia perla sul femminicidio (dicembre 2012): “Credo che con questa storia del femminicidio si stia esagerando, si esasperano i toni. Ci si dimentica magari di quanti bimbi vengono abortiti da donne e sono molti di più delle donne uccise. Forse sarebbe il caso, come propongo, di rivedere in modo più restrittivo la 194. Certo, se le donne a volte evitassero condotte o atteggiamenti meno provocanti tante tragedie si eviterebbero”.
E ancora, Scilipoti si è accostato sia ai grillini (2013: “Ciò che dicono i grillini oggi, io lo dicevo anni fa”) che al Duce (2012: “Nel mio dna forse c’è qualcosa di Benito Mussolini: le scelte giuste fatte da Mussolini sono state moltissime, nell’interesse del Paese e nell’interesse dell’Italia. A ancora oggi ne vediamo i risultati”). Fino al grande salto nella Nato: “Sono orgoglioso di rappresentare l’Italia in un così prestigioso palcoscenico istituzionale”. Farà parlare di sé anche all’estero, ne siamo certi: buona fortuna, Italia.