La decisione è arrivata ieri dal Consiglio dei Ministri, che ha deliberato lo scioglimento dei due comuni a causa di accertate infiltrazioni della mafia nei due consigli di Anzio e Cosoleto.
I comuni di Anzio, sul litorale laziale, e di Cosoleto, in Calabria, sono stati sciolti ufficialmente dal Consiglio dei Ministri, a causa di infiltrazioni della criminalità organizzata.
Pare, infatti, che la mafia fosse coinvolta in azioni criminose fatte dai suddetti comuni negli anni scorsi, ingerenze accertate da un’inchiesta partita lo scorso febbraio. Ecco tutte le notizie in merito.
Nella giornata di ieri, 21 novembre 2022, il Consiglio dei Ministri ha deciso di sciogliere i Consigli comunali di Anzio, che si trova nel Lazio, e di Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria.
La proposta è arrivata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha considerato i risultati di un’inchiesta affidata alla Direzione distrettuale antimafia.
Così, i due consigli comunali sono ufficialmente sciolti e partiranno due commissioni straordinarie nominate eccezionalmente, almeno per 18 mesi, fino a quando non saranno annunciate nuove elezioni.
La stessa situazione, inoltre, verrà applicata anche a Nettuno, altro comune del litorale laziale, che aveva visto il proprio Consiglio Comunale già sciolto lo scorso giugno.
L’inchiesta di cui sopra, aveva infatti scoperto diversi giri di appalti truccati, infiltrazioni della mafia all’interno dei Consigli comunali citati e diverse pressioni sui politici dei paesi da parte di persone dei clan.
Vennero già arrestate, lo scorso febbraio, 65 persone nel Lazio, proprio dopo le indagini svolte per mesi.
Questo sistema mafioso pare sia controllato dalla cosca calabrese dei Gallace, uno dei clan più noti in Calabria. I suoi componenti avrebbero legato con diversi politici locali, sia della zona laziale che calabra.
Abbiamo parlato nel caso di Anzio e Cosoleto, ma anche di Nettuno, di un commissariamento per infiltrazioni mafiose, ossia una misura di prevenzione straordinaria. Ma cosa significa esattamente?
Purtroppo, questo è un provvedimento preso ufficialmente diverse volte nel nostro Paese, nei decenni, in quanto non è di certo la prima volta che la mafia si infiltra all’interno delle amministrazioni locali (e non solo).
Questa si applica quando in un comune, o in un’altra tipologia di amministrazione locale, siano accertate infiltrazioni mafiose ed è nominata direttamente dal Ministro degli Interni, in questo caso Matteo Piantedosi.
La Commissione nominata in questi casi, una volta preso il controllo, comincia attività di esame su tutta l’attività amministrativa, per analizzare la situazione corrotta dai clan mafiosi all’interno dei comuni.
Una volta fatto questo lavoro, che di solito non è semplice e richiede tempo, il prefetto esamina tutto e comunica la conclusione al governo, quindi al Ministro dell’Interno.
Quest’ultimo deciderà poi se archiviare il caso oppure di sciogliere definitivamente il consiglio comunale.
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