Dalla giornata di ieri è scattato lo sciopero dei benzinai. Sulla rete stradale ordinaria è partito alle ore 19, mentre sulle autostrade alle ore 22.
È stato preannunciato uno sciopero per 48 ore, nonostante il ministro Urso abbia tentato di trovare un’intesa con un tentativo in extremis. Per pore rimedio alla situazione, alle ore 15.00 è previsto un nuovo tavolo di confronto con il governo.
A seguito dello sciopero che ha avuto inizio alle ore 19.00 di martedì 24 gennaio, il governo ha deciso di cercare una soluzione.
Ed è per questo che è stato indetto un nuovo tavolo di confronto alle ore 15.00 a cui non prenderà parte anche il ministero delle Imprese e del Made in Italy. E’ questo ciò che fanno sapere alcune fonti dei gestori.
E così, durante la giornata di oggi si prevede un nuovo tentativo, con l’appuntamento con i sindacato previsto per le ore 15:00.
Con questo incontro ci potrebbe essere la possibilità di dimezzare lo sciopero, evitando che si prolunghi anche nella giornata di domani.
La riunione in cui verrà affrontato il tema dello sciopero tra i sindacati e il ministero vedrà assente proprio il ministro Urso. Intanto però sono tanti a chiedersi quali condizioni sarà necessario mettere in atto per revocare lo sciopero.
Al riguardo è intervenuto il presidente di Figisc Bruno Bearzi che ha spiegato “noi volevamo attenzione dal governo, che però è calata dall’alto con una serie di decisioni a partire dal decreto seppur modificato nel tempo che non ci ha visto protagonisti nella stesura”.
Lo sciopero è stato chiesto a gran voce e messo in atto dai benzinai lungo tutta la rete stradale del nostro Paese.
Eppure, dopo solo alcune ore di questo stop, sembra si sia rivelato un flop.
Come spiega il presidente di Assoutenti, Fabio Truzzi la protesta messa in atto dai gestori delle pompe di benzina si sta rivelando un fallimento.
Questo perché non tutte le sigle che inizialmente avevano dichiarato di aderire allo sciopero stanno mantenendo la parola data.
Ci sono molte pompe funzionanti sul territorio, ragion per cui ogni tentativo sembra essere invano.
Truzzi ha anche voluto spiegare ciò che succederà in futuro nel caso in cui lo sciopero non dovesse durare anche domani. “Se lo sciopero non sarà revocato entro oggi, organizzeremo per il 4 e 5 febbraio il ‘lockdown’ dei carburanti, una contro-protesta attraverso la quale inviteremo i cittadini a ridurre i consumi di benzina e gasolio, rinunciare laddove possibile all’uso degli autoveicoli e lanciare un segnale forte a governo, petrolieri e benzinai”.
Insomma nonostante lo sciopero, non si stanno avendo grandi difficoltà per quanto riguarda i rifornimenti.
Anche se questa decisione presa dai benzinai non è stata vista di buon occhio dai rappresentanti del governo, si tratta di una situazione che può portare vantaggio all’ambiente stesso.
Questi aspetti positivi sono stati sottolineati dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che ha diffuso oggi dati inerenti all’inquinamento prodotto dai carburanti.
“È notorio che le automobili ogni giorno utilizzate dai cittadini per i propri spostamenti generano emissioni nocive. L’elemento principale prodotto dai motori a combustione è l’anidride carbonica (CO2), ma c’è anche il CO, ossia il monossido di carbonio, sostanza velenosa particolarmente pericolosa per la salute umana, gli NOx, ovvero gli ossidi di azoto, l’anidride solforosa (SO2) e gli idrocarburi incombusti (HC)”.
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