Sciopero nazionale della scuola: sindacati e docenti in piazza a Roma per protestare contro la Legge 36/22 del Governo.
In piazza arrivano sindacati, docenti e precari da diverse parti dello Stivale per esprimere il proprio dissenso contro le misure previste dalla Legge 36/22 elaborata dal governo: i temi salienti sono il precariato e il sistema di formazione a crediti.
Il 30 maggio 2022 si tiene lo sciopero della scuola, indetto dai sindacati di categoria che, insieme a docenti provenienti da tutta Italia, esprimeranno il proprio dissenso verso le misure previste dalla Legge 36/22. In particolare, si manifesta contro il precariato e il taglio di unità previsto per i prossimi mesi.
Lo sciopero è stato organizzato a Piazza SS. Apostoli alle 10.30 a Roma, dove confluiranno centinaia di bus provenienti da diverse parti d’Italia e che si fermeranno tutti nella Capitale per portare sul posto gli aderenti allo sciopero.
I sindacati parlano di “misure inaccettabili”, in relazione alle novità introdotte nel Decreto Legge 36/22 elaborato dal Governo. La protesta vede l’adesione di diverse sigle sindacali: FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams.
Uno sciopero che, però, non si avvale del supporto dell’ANP, il sindacato dei presidi. Dura la polemica contro il decreto legge e i termini previsti per la formazione “finanziata con un cospicuo taglio di personale (10 mila unità), mentre le nuove modalità di reclutamento – oltre a dare un nuovo impulso al mercato dei crediti – non lasciano nessuna possibilità di stabilizzazione per i precari, quelli che da anni hanno permesso alle scuole di andare avanti“.
Le associazioni sindacali si cagliano contro quella che viene definita una “formazione per pochi” e contro il precariato che viene ulteriormente incrementato, secondo i sindacati con un sistema di reclutamento mediante il quale “si nega l’abilitazione“, secondo quanto afferma Francesco Sinipoli della FLC Cgil, il quale aggiunge: “Viene tradito il Patto per la scuola. Il contratto poi è scaduto da tre anni e ci aspettiamo un investimento serio per il rinnovo contrattuale: le risorse stanziate non bastano“.
Non la pensa così l’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (ANP), che – meiante Cristina Costarelli di ANP Lazio, fa sapere che la richiesta è sempre la stessa: “stabilizzare i precari, non considerando per nulla il diritto degli alunni ad avere insegnanti migliori, più preparati, più aggiornati”, in quanto non si “vuol sentire parlare di merito e differenziazioni”, secondo Mario Rusconi di ANP Roma.
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