Sciopero nazionale scuola 18 novembre: le motivazioni che sono alla base della protesta organizzata dagli studenti che si mobilitano in tutta Italia.
Il 18 novembre 2022 ci sarà lo sciopero della scuola. Diverse le motivazioni che spingono gli studenti a protestare nella giornata indicata. Tra queste, possiamo annoverare temi quali antifascismo, antirazzismo e partecipazione alla vita politica e sociale del paese. Una mobilitazione che unisce tutti gli studenti italiani, sostenuta dal sindacato Sisa. Inoltre, gli studenti esprimeranno anche il proprio dissenso contro la riforma proposta dal ministro Giuseppe Valditara.
Gli studenti di tutto lo Stivale sciopereranno il 18 novembre, appoggiati dal sindacato Sisa, per protestare contro il fascismo, il razzismo, promuovendo maggiore partecipazione dei giovani alla vita politica e sociale del paese.
Inoltre, gli studenti esprimeranno il proprio parere contrario alla riforma proposta dal ministro Giuseppe Valditara, nella quale è contenuto un piano per la scuola che non piace affatto all’unione studentesca.
Il ministro ha annunciato che si intende riformare gli istituti tecnici che, secondo il suo punto di vista, non devono essere “una brutta copia del liceo“, ma scuole che permettano di collegare gli studenti alle realtà produttive italiane.
Il ministro, inoltre, ha parlato di un piano di orientamento delle famiglie, attraverso le quali si dovrebbe rendere consapevoli le famiglie che il figlio che non completa il percorso universitario dopo il liceo avrà a disposizione “potenzialità occupazionali e retributive inferiori a chi esce da un tecnico e professionale“.
Inoltre, è stato proposto di affiancare un tutor agli studenti che hanno maggiori difficoltà e dare maggiore valore a chi eccelle, anche al di fuori dell’orario scolastico.
Non si può concepire come un modello di scuola inclusivo quello proposto dal ministro Valditara, secondo Bianca Chiesa, rappresentante del movimento studentesco, in quanto tale modello scolastico taglia fuori – secondo la giovane – gli studenti che mostrano maggiori difficoltà nel corso degli studi. Pertanto, con questa nuova impostazione, sarebbero “ulteriormente marginalizzati ed esclusi“.
Per quanto riguarda gli istituti tecnici, la Chiesa continua ad esprimere disaccordo, in quanto sarebbe messo in atto un processo che porterebbe all’asservimento del mondo scolastico a quello del lavoro e non incentiverebbe, in tal senso, “formazione personale e collettiva“.
Criticata, inoltre, anche la lettera inviata al ministro, in cui invitava le scuole a festeggiare l’anniversario del crollo del muro di Berlino, come “festa della nostra liberaldemocrazia“. All’invito seguono aspre critiche al comunismo, quale “grande utopia” che ha comportato, in ogni posto, “l’annientamento delle libertà individuali” e “distruzione“.
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