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Sciopero scuola 17 marzo 2017 contro la legge 107: lezioni a rischio e manifestazioni in 10 città

Sciopero Scuola: venerdì 17 marzo è una data da ricordare e segnare in agenda visto che i sindacati hanno indetto uno sciopero generale contro la legge 107. Il personale della scuola farà sciopero dopo la chiamata a manifestare da parte di diverse sigle sindacali (Usb, Cobas, Cub, Orsa, Anief e FederAta). Questo sciopero generale di marzo sarà condito da diverse manifestazioni e presidi nelle principali città italiane: vediamo tutto quello che occorre sapere dello sciopero contro la riforma della scuola.

SCIOPERO SCUOLA 17 MARZO 2017
Venerdì 17 marzo 2017 c’è sciopero generale della scuola indetto dai sindacati di base per protestare contro l’approvazione delle leggi delega sulla riforma della scuola. La mobilitazione potrebbe far saltare le regolari lezioni scolastiche, e in base alla densità dei lavoratori che aderiscono allo sciopero, potrebbero anche esserci delle chiusure di alcune scuole.

SCIOPERO SCUOLA 17 MARZO: TUTTI AL MIUR
Per la giornata di venerdì sono state organizzate diverse manifestazioni in tutta Italia, ma quella nazionale sarà ovviamente nella Capitale, l’appuntamento è a Roma dalle 9.30 di mattina davanti alla sede del MIUR, ministero dell’Istruzione, che si trova in viale Trastevere.

SCIOPERO SCUOLA 17 MARZO NELLE CITTA’ ITALIANE
Durante la giornata di sciopero del 17 marzo si prevedono poi altre iniziative in diverse città italiane, comprese sette grandi manifestazioni:

Appuntamento alle 9:30 in piazza del Gesù;

Appuntamento alle 10:00 in Via Castromediano, nei pressi dell’Ufficio scolastico regionale;

Appuntamento alle 9:00 davanti all’Ufficio scolastico regionale di Corso Vittorio Emanuele;

Appuntamento alle 9:00 a piazza San Marco;

Appuntamento alle 10:30 all’Ufficio scolastico regionale di Riva de Blasio

Aappuntamento alle 9:30 in piazza Santo Stefano;

Appuntamento alle 9:30 corteo da piazza Giovanni XXIII;

Appuntamento alle 9:30 in piazza Politeama;

Appuntamento alle 9:30 a piazza Stesicoro.

SCIOPERO 17 MARZO, NOTA DEI SINDACATI
In una nota i sindacati hanno annunciato e commentato lo sciopero nella scuola del 17 marzo 2017: “Venerdì 17 è il giorno dello sciopero generale del personale della scuola per dire NO alla legge 107 del 2015 partorita dal governo Renzi e allevata dal governo Gentiloni. Un attacco frontale ai diritti dei lavoratori e delle famiglie, che si vuole portare a compimento attraverso l’approvazione alla chetichella dei decreti attuativi firmati, guarda caso l’ultimo giorno utile, dalla ministra cigiellina Fedeli.

La mobilitazione proclamata da USB insieme a Unicobas, Cobas, Cub, Orsa, Anief e FederAta è stata finora preceduta da affollate assemblee nei luoghi di lavoro e si articolerà venerdì attraverso presidi sull’intero territorio e ben nove appuntamenti per altrettante manifestazioni, indette per sbattere in faccia al Governo il NO a una riforma concepita solo in chiave aziendal-capitalista” prosegue l’Unione Sindacale di Base.

Il 4 dicembre il mondo della scuola ha contribuito in modo concreto e forte alla vittoria schiacciante del no: con un solo voto i lavoratori della scuola hanno bocciato sia la riforma costituzionale che la “buona scuola”. Il governo invece di raccogliere il segnale dei lavoratori, ha reagito con arroganza antidemocratica, licenziando le otto leggi delega che, nel loro insieme, completano il processo di distruzione della scuola della repubblica, annichilendo il diritto allo studio e smantellando definitivamente la qualità dell’Istruzione pubblica e statale, svilendo ancora una volta il ruolo e l’impegno dei lavoratori della scuola.

Con la prossima approvazione delle 8 deleghe, con l’avvio del Piano triennale di Formazione dei docenti e con l’accordo sulla mobilità, siamo arrivati ormai alle ultime battute che completano la riforma della Scuola, la legge 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola che di buono, in realtà, non ha nulla. Una riforma che segna un arretramento culturale profondo, aprendo a una scuola aziendalista al servizio del mercato e che, in linea con tutte le riforme che negli ultimi anni hanno interessato il mondo del lavoro e del welfare, produrrà una rapida precarizzazione dei lavoratori della scuola.

Dispositivi come la chiamata diretta, l’assegnazione su ambito e non su scuola, il bonus docenti, la formazione fortemente orientata dall’alto e lesiva della libertà di insegnamento, la messa a regime dell’alternanza-scuola lavoro e degli Invalsi, segnano infatti la caduta irreversibile dell’autonomia didattica e il totale asservimento dei lavoratori al potere crescente dei dirigenti scolastici. I nostri studenti, i nostri figli si vedranno sottrarre tempo scuola e qualità dell’insegnamento a vantaggio della logica globalizzata delle imprese e dell’ideologia che impone meno conoscenze e più competenze.

Ancora: la delega che riguarda la fascia d’età 0-6 anni vedrà una inedita, quanto vaga commistione fra interessi pubblici e privati, nei quali il labile e fumoso confine tra gli uni e gli altri conferma le intenzioni di privatizzare i servizi per l’infanzia, laddove lo Stato e gli Enti Locali, vincolati dal patto di stabilità che impedisce di destinare le risorse al welfare, si vedranno costretti a delegare sempre più la gestione delle scuole dell’infanzia e dei nidi agli istituti privati.

Il dispositivo che modifica gli istituti professionali segna un arretramento che ci riporta all’epoca dell’avviamento professionale, per cui il diritto allo studio e l’accesso alla cultura verranno nei fatti garantiti solo ai figli delle classi medio-alte. Appare quanto mai evidente che tutto il complesso della riforma avrà una ricaduta pesantissima sul sistema del welfare e, perciò, anche sulle donne perché noi occupiamo l’80% dei posti di lavoro nella scuola, ma anche perché la cura e la gestione dei figli e della famiglia sono ancora in gran parte una nostra esclusiva incombenza.

Il costo elevato dei nidi e delle scuole dell’infanzia, l’abbassarsi della qualità della scuola pubblica, nonché il netto peggioramento delle condizioni di lavoro in un settore fortemente femminilizzato, unito agli stipendi fermi da anni e alle pessime pratiche che continueranno a caratterizzare la chiamata diretta (colloqui in cui ci siamo sentite chiedere se avessimo intenzione di aver figli nei successivi tre anni, richieste di video che mostrassero la nostra “bella presenza”) ci chiamano in causa in quanto donne e in quanto lavoratrici. Ci chiamano a essere protagoniste così come lo siamo state lo scorso 8 marzo anche nel prossimo sciopero del 17 marzo, lo sciopero della scuola indetto da USB, Cobas, Unicobas e al quale altri sindacati stanno aderendo.

È per questo che l’USB e in particolare le lavoratrici della scuola di questo sindacato che hanno partecipato e continueranno a partecipare al grande movimento di NUDM, che ha dato vita alla manifestazione del 26 novembre e alla giornata dello scorso 8 marzo, rivolgono un appello a tutte le donne in lotta, perché sostengano con forza, senza se e senza ma, lo sciopero della scuola proclamato per il 17 marzo, affinché si continui a lottare insieme per il ritiro delle otto deleghe e l’abrogazione della legge Buona scuola.

DA LOTTO MARZO AL 17 MARZO LA MOBILITAZIONE NON SI FERMA! 17 MARZO SCIOPERO DELLA SCUOLA“.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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