Liliana Resinovich, a un anno e mezzo dalla scomparsa della donna, sotto disposizione della squadra mobile di Trieste, sono stati sequestrati i telefoni cellulari dell’amico Sterpin e del marito.
La squadra mobile di Trieste ha eseguito in questo modo le disposizioni del gip, secondo l’ordinanza di approfondimento per le indagini sul caso della 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e poi ritrovata defunta il 5 gennaio successivo.
Il Quotidiano locale, Il piccolo, riporta la notizia secondo la quale il procuratore capo Antonio De Nicolo, avrebbe individuato un professionista a cui affidare la perizia medico legale. Probabilmente si è deciso di procedere con la riesumazione del corpo di Liliana Resinovich.
La Polizia ai tempi della scomparsa e del ritrovamento del cadavere di Liliana aveva disposto soltanto le intercettazioni dei dispositivi
La polizia ai tempi aveva acquisito la copia del traffico telefonico, sia del marito, che dell’amico di Liliana, ma non si era mai parlato del sequestro dei dispositivi, anche se erano state avviate le intercettazioni.
Il gip del tribunale di Trieste, in 25 punti ha spiegato perché a seguito dell’apertura delle indagini del caso Resinovich è stato disposto il sequestro dei telefoni cellulari. Sterpin durante le indagini ha ammesso di incontrarsi a bordo di un furgone, segretamente con Liliana.
Dove si incontravano Liliana e il suo amico
I due si incontravano anche in una soffitta in via Slataper. Poi in una cantina di via Giulia e nella sede dell’associazione di via Fondares. Per loro il furgone era una base, li si incontravano e stavano insieme per delle ore.
L’uomo ha raccontato che a volte la prendeva a bordo- Facevano un giro, lei si sedeva nel sedile dietro per non farsi riconoscere dai passanti. Poi si spostavano nella soffitta o nella cantina dove andavano a vivere degli attimi di pace lontani dagli occhi indiscreti. Non facevano altro che bere qualcosa, raccontarsi, ridere e scherzare.