Il primo ministro israeliano Netanyahu ha conferito a Smotrich un’autorità senza precedenti per l’espansione degli insediamenti esistenti, con effetto immediato. Ciò comporta un significativo acceleramento nel processo di approvazione delle nuove costruzioni negli insediamenti, eliminando la necessità di ottenere l’approvazione del ministro della Difesa o del gabinetto. A causa della decisione presa si sono sviluppati scontri accesissimi che hanno portato alla morte di tre cittadini a Jenin.
Il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha approvato domenica 18 giugno una risoluzione altamente controversa che trasferisce il controllo, quasi totale, dell’approvazione della pianificazione per la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, noto sostenitore ultranazionalista degli insediamenti e appartenente all’estrema destra razzista.
Tutto questo avviene mentre si sono verificati negli ultimi mesi episodi violentissimi tra le forze di sicurezza israeliane e gruppi militanti islamici più fondamentalisti e se assistito a scontri violentissimi tra esercito israeliano e le milizie energia palestinese situate nella Striscia di Gaza ma anche in Libano in Siria.
Le provocazioni attuate da Netanyahu hanno sollevato la contrarietà e l’indignazione di tutto il mondo e, soprattutto, di quello islamico che vede le continue provocazioni attuate da Israele come una forma di aggressione continua che non può essere tollerata in un paese che si definisce democratico ma che ha come principale obiettivo, secondo la comunità araba, quello di acquisire nuovi territori che vengono tolti agli ultimi proprietari e contrastare l’islam in ogni sua forma camuffando le operazioni eseguite come antiterrorismo.
La decisione, che è entrata in vigore immediatamente dopo la riunione di gabinetto di domenica mattina, sostanzialmente semplifica e velocizza in maniera notevole anche il processo di espansione degli insediamenti esistenti in Cisgiordania, ma inoltre permette la legalizzazione retroattiva di alcune postazioni israeliane fino ad ora ritenute illegali.
La risoluzione ha ricevuto un forte sostegno dai leader degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, che sperano in un impulso alla costruzione degli insediamenti stessi. questo perché incrementerebbe entrate guadagni e il loro potere.
Netanyahu ha scelto una risoluzione che sostanzialmente introduce un emendamento a una precedente decisione governativa del 1996, ovvero va a modificare le numerose fasi di autorizzazione, necessarie fino ad oggi, al ministro della Difesa per poter vedere approvati propri masterplan di destinazione del suolo, dato che verrà introdotta soltanto un’unica approvazione da superare.
Questa approvazione sarà ora concessa da Smotrich, capo del partito di estrema destra Sionismo Religioso, in quanto ministro secondario all’interno del Ministero della Difesa, in linea con un precedente accordo. Sarà quindi soltanto di sua competenza la decisione finale.
I leader degli insediamenti hanno lodato Smotrich e Netanyahu per aver promosso e approvato questa modifica, e hanno accolto con favore il processo semplificato di approvazione, che secondo loro renderà l’approvazione delle pianificazioni più “routine” e praticamente uguale a quella del territorio sovrano di Israele, agevolando la pianificazione della costruzione in Cisgiordania.
D’altra parte, diversi gruppi contrari al movimento degli insediamenti hanno condannato duramente la scelta Di Netanyahu e hanno precisato che tutto questo rappresenta sostanzialmente un’ulteriore “annessione de facto” dei territori Cisgiordania e e andrà per mettere inoltre un’espansione incontrollata degli insediamenti.
L’ emendamento ha difatti eliminato una clausola fondamentale all’interno della risoluzione 150 del governo e non verranno più tenute le consuete ordinarie udienza per discute
La clausola ha cancellato un passo fondamentale presente nella Risoluzione 150 del governo, che richiedeva l’approvazione del ministro della Difesa prima che un comitato di pianificazione potesse tenere udienze su un piano generale proposto per l’utilizzo del suolo.
Il processo precedente di pianificazione richiedeva necessariamente un minimo di cinque fasi che richiedevano l’approvazione del ministro della Difesa, anche se il ministro poteva concedere l’approvazione per più di una fase contemporaneamente.
Questo processo obbligava la pianificazione per l’espansione degli insediamenti o la legalizzazione degli avamposti illegali a richiedere il coinvolgimento del livello politico in ogni fase, e il ministro della Difesa poteva considerare le implicazioni diplomatiche e di difesa in ciascuna fase.
Secondo l’attivista legale Michael Sfard, un avvocato che lotta contro l’impresa di insediamenti, il lungo processo di approvazione spesso ha rallentato la pianificazione degli insediamenti in Cisgiordania, poiché c’erano numerose opportunità per esercitare pressioni interne e internazionali contro tali passaggi.
Con la risoluzione modificata, il ministro deve concedere la sua approvazione solo una volta, o al massimo due in particolari circostanze, per far avanzare un piano generale, il che significa che il processo può procedere molto più rapidamente.
Gli unici altri requisiti per l’approvazione del piano insediativo sono l’autorizzazione delle questioni tecniche da parte del Comitato Superiore di Pianificazione dell’Amministrazione Civile e dei suoi sotto comitati, che sono sotto l’autorità del dipartimento dell’Amministrazione Civile del Ministero della Difesa, che a sua volta è sotto l’autorità di Smotrich come ulteriore ministro del Ministero della Difesa.
Nonostante ciò Smotrich sarà ancora obbligato a chiedere l’approvazione del governo per poter approvare accordi o modificare altri in essere, qui rimane la limitazione della maggioranza.
Yisrael Gantz, capo del Consiglio regionale di Benjamin in Cisgiordania, ha applaudito il governo per la decisione e ha affermato che: “ridurrà il controllo e le critiche internazionali sulla costruzione negli insediamenti” e ha ringraziato Smotrich per aver promosso l’emendamento.
La risoluzione del governo, che dà al ministro delle finanze Smotrich il controllo sull’approvazione della pianificazione per la costruzione negli insediamenti della Cisgiordania, è stata accolta positivamente anche dai leader degli insediamenti, come sopra citato, Yisrael Gantz, capo del Consiglio regionale di Benjamin in Cisgiordania, ha affermato che questo passo “trasformerà la costruzione negli insediamenti in qualcosa che non è degno di nota ma piuttosto routine”.
Anche Yossi Dagan, capo del consiglio regionale della Samaria, ha sottolineato l’importanza di smettere di trattare i residenti della Cisgiordania come cittadini di seconda classe. Shlomo Ne’eman, presidente dell’organizzazione ombrello degli insediamenti Yesha, ha sottolineato la necessità di riportare il ritmo dei lavori a quello del decennio precedente dopo il congelamento delle unità abitative da parte del governo precedente.
Gli oppositori degli insediamenti hanno criticato la mossa, avvertendo che Smotrich, noto sostenitore dell’espansione degli insediamenti e oppositore dello stato palestinese, potrebbe aumentare massicciamente la costruzione negli insediamenti e legalizzare gli avamposti illegali.
Yoni Mizrachi di Peace Now ha affermato che la costruzione nei territori ha conseguenze diplomatiche e di sicurezza di prim’ordine e che tale espansione degli insediamenti include considerazioni di sicurezza molto reali, come r dove le forze dell’IDF devono essere dispiegate nel Cisgiordania e la dimensione di quelle forze.
Mizrachi ha anche sottolineato che, dal punto di vista della pianificazione: “non c’è alcuna differenza tra il distretto di Tel Aviv e la Giudea e la Samaria, ad eccezione di una decisione iniziale del livello politico.”
Secondo Peace Now, l’adozione della risoluzione indica che Israele si sta muovendo verso la piena annessione della Cisgiordania e non intende permettere che considerazioni di sicurezza o diplomatiche la fermino.
L’organizzazione ha anche sottolineato che il costo della costruzione sarà a carico dell’intera società israeliana, mentre l’organizzazione di sinistra Yesh Din ha affermato che l’emendamento mette la capacità di espandere e stabilire insediamenti nelle mani di Smotrich senza alcuna supervisione.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il ministro delle Finanze Smotrich ha già annunciato di aver programmato la deliberazione del Comitato Superiore di Pianificazione dell’Amministrazione Civile per l’approvazione di circa 4.560 unità abitative negli insediamenti della Cisgiordania.
Il ministro di Netanyahu ha dichiarato che queste unità, insieme ad altri progetti di pianificazione avanzati all’inizio dell’anno, renderanno il tasso di costruzione di insediamenti nel corso dei primi sei mesi del governo un record nell’ultimo decennio.
Smotrich, che vive vicino all’insediamento di Kedumim, ha affermato che il boom edilizio in tutte le parti del paese continuerà, promettendo di portare avanti la costruzione di migliaia di nuove unità in Cisgiordania.
Ciò ha scatenato la furia dell’opposizione politica e genererà molto probabilmente ripercussioni importanti sulla diplomazia israeliana, dato che non verrà accettata una mossa del genere dalle autorità Islamiche e il timore di una ulteriore escalation di violenza e scontri che getterebbero la popolazione, già provata, in ulteriore difficoltà e crisi, coinvolgendo diversi paesi e regioni.
Nella città di Jenin, lunedì mattina si sono verificati violenti scontri tra uomini armati e truppe israeliane, che hanno causato la morte di tre palestinesi. Per far evacuare i soldati feriti dalla zona di battaglia, un elicottero da combattimento israeliano ha effettuato rari attacchi, i primi in Cisgiordania da circa due decenni, dopo che un veicolo è stato colpito da un ordigno esplosivo. Secondo quanto dichiarato dai funzionari locali e militari, la situazione è stata molto critica.
Le forze di difesa israeliane e la polizia di frontiera, in una breve dichiarazione congiunta, hanno affermato che la loro operazione nella città della Cisgiordania settentrionale era finalizzata all’arresto di due palestinesi ricercati. Tuttavia, l’attività è stata interrotta da un massiccio scontro a fuoco con uomini armati della zona, che hanno lanciato un gran numero di ordigni esplosivi contro le forze. In risposta, le forze hanno reagito con il fuoco vivo, colpendo diversi sospetti.
Si tratta di un episodio di violenza che fa temere ulteriori tensioni tra le due parti, già in conflitto da tempo. La situazione rimane incerta e in continua evoluzione, con l’auspicio che possa essere trovata una soluzione pacifica al conflitto.
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