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Dal racconto di alcuni testimoni, tre in particolare, pare essere più chiaro il quadro di quello che è accaduto a Roma nei pressi dello Stadio Olimpico, poche ore prima dell’inizio della finale Fiorentina-Napoli, valevole per la vittoria della Coppa Italia. A incastrare Daniele ‘Gastone’ De Santis ci sono le testimonianze di almeno tre persone che hanno visto il simpatizzante dell’estrema destra – ed ex ultras della Roma – fare fuoco impugnando la pistola e sparando contro il gruppo di supporter napoletani che lo aggrediva. Ma non solo. Un superteste avrebbe visto anche altre tre persone con i caschi, vicino al De Santis, che lo avrebbero aiutato, e che si sarebbero dati alla fuga all’arrivo del gruppo di tifosi napoletani. La Digos ha inviato l’informativa alla procura di Roma. Inoltre, un nuovo testimone avrebbe raccontato una ulteriore versione: le pistole sarebbero state due.
E’ caos davanti allo Stadio Olimpico e nelle vie adiagenti, già due ore prima che inizi la finale di Coppa Italia, Fiorentina-Napoli. Gruppi di tifosi si sono scontrati tra di loro e con la polizia in viale Tor di Quinto. Sono stati esplosi petardi e bomboni contro gli agenti che scortavano i pullman degli ultrà azzurri. Dopo una vera e propria sparatoria si contano quindici feriti. Il più grave è un tifoso napoletano che è stato colpito al petto ed è stato dapprima ricoverato all’ospedale Villa San Pietro sulla Cassia, poi al policlinico Gemelli. Le sue condizioni sono state definite “disperate”. Ha subito una prima operazione, ma nella notte si è aggravato.
Martedì è giunta la notizia che l’esame dello stub su De Santis è parzialmente negativo, ma anche se non c’è la certezza che sia Daniele De Santis ad aver sparato, per la Digos il quadro non cambia: è stato lui a fare fuoco, anche se l’esame non ha rilevato su di lui tutte e tre le particelle (piombo, antimonio e bario) previste, ma soltanto di due. L’uomo comunque era stato ritrovato a terra, in zona Tor di Quinto, con ferite alla testa e privo di sensi. Accanto a lui è stata ritrovata la pistola dalla quale sono partiti i colpi d’arma da fuoco. Molti testimoni hanno raccontato di averlo visto impugnare la pistola e fsparare, ferendo i supporter patenopei.
Il tifoso del Napoli ferito
Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito, ha subito un delicato intervento chirurgico al policlinico Gemelli.
I sanitari hanno fatto sapere che anche la seconda operazione è riuscita, ma resta in condizioni gravissime, nella notte è peggiorato.
Tre proiettili lo hanno colpito, uno ha trapassato l’addome e un polmone, andando a finire sulla colonna vertebrale.
Il trentenne si trova piantonato dalla polizia.
E’ stato arrestato all’indomani dei fatti. Secondo una prima ricostruzione della Questura di Roma, sarebbe stato Ciro ad aggredire Daniele De Santis, detto “Gastone”, che gli avrebbe sparato di conseguenza.
Ma l’esame dello stub effettuato sulle mani dell’ultrà romanista, ha dato esito negativo.
Quindi secondo la polizia scientifica non è stato Gastone ad aver sparato.
I nuovi documenti sono ora in mano al pm Antonio Di Maio, che però ritiene ugualmente De Santis responsabile di avere premuto il grilletto.
La dinamica dell’aggressione
Daniele De Santis, l’ultrà della Roma già noto per aver convinto Francesco Totti, nel 2004, a non giocare un derby, e ritenuto responsabile del ferimento del tifoso del Napoli, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio.
Lui ha sempre negato ogni responsabilità dicendo di non aver sparato. L’esame dello stub ha dato parziale esito negativo.
La difesa di Daniele De Santis nominerà a breve “un collegio di consulenti tecnici e un consulente balistico per far luce su quanto realmente accaduto“.
“La dinamica è folle e semplice – dice Diego Parente, dirigente della Digos durante la conferenza stampa in Questura – De Santis lavorava in un circolo ricreativo vicino a Tor Di Quinto“.
“Da lì ha deciso avvicinarsi ai tifosi in transito verso lo stadio e ha lanciato petardi. I napoletani, purtroppo, hanno risposto alle sue provocazioni e ne è nata una rissa“.
“Mentre scappava, De Santis è scivolato, sentendosi minacciato da un bel gruppo di tifosi che lo inseguivano a viso coperto e armati di bastoni, ha esploso quattro colpi di arma da fuoco. Dopo l’arma si è inceppata ed è stato malmenato dai tifosi napoletani“.
“La dinamica è questa: lo abbiamo arrestato per rissa e per tentato omicidio“.
E’ proprio questo passaggio finale che, dopo l’esito negativo dello stub sulle mani di Gastone De Santis, cade nella ricostruzione.
Ora bisogna capire chi ha sparato.
Gli altri arresti
Un altro tifoso del Napoli è stato arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale: l’uomo è stato sanzionato con un Daspo per cinque anni.
Daspo anche per altri due tifosi del Napoli, che sono stati denunciati, uno per resistenza a pubblico ufficiale, l’altro per possesso di un petardo.
La testimonianza
Camillo Cimmino, milanese originario di Terzigno, era a Roma con il club “Milano partenopea” ed ha assistito alla scena, oltre a girare il video caricato in Rete.
“Ciro e altri tifosi del Napoli sono intervenuti per difendere il nostro pullman, aggredito da sconosciuti usciti da un cancello“.
“Hanno lanciato due bombe carta contro il bus, noi impauriti abbiamo chiesto aiuto e loro ci hanno soccorso, così sono iniziati gli scontri”.
E ribadisce, citato da Il Mattino: “Lui e gli altri hanno risposto alla nostra richiesta d’aiuto. Eravamo in fila lungo la strada che portava allo stadio quando ci hanno lanciato le bombe. Dal cancello è uscito un uomo solo, ma dentro ce n’erano molti altri: è stato un agguato, l’ho raccontato anche alla polizia”.
“I Daspo non bastano“
“Se pensiamo di risolvere questi problemi con il Daspo, poi sparano per strada anziché nello stadio. Il fenomeno degli hoolingans non è nato in Italia, ma in Inghilterra e lì lo hanno abbattuto, con pochi daspo e molta severità, qui da noi scivola tutto nel sociologico“.
E’ duro il commento di Mario Pescante, membro del Cio ed ex sottosegretario con delega allo sport.
“Io l’ho passato questo periodo, la legge la provai a portare in Parlamento nel 2004 e la ritirai frettolosamente per la ribellione trasversale, tra chi invocava la Costituzione, la più bella Costituzione del Mondo come è noto… e chi il garantismo, ed ecco i risultati“, prosegue Pescante.
“Poi bisogna aspettare la morte o del tifoso o del funzionario o di qualcuno per surriscaldarci per quattro giorni e poi tutto finisce“.
“Il problema viene da lontano, questi personaggi sono ben conosciuti alla tifoseria, alle squadre e a chi tiene l’ordine pubblico e possono fare e disfare tutto quello che vogliono, senza provvedimenti seri“.
“La verità è che per la violenza negli stadi si interviene solo quando c’è il momento critico“.
La battaglia del pomeriggio
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Nel tardo pomeriggio di sabato, all’altezza del Ponte della Musica, i tifosi di Fiorentina e del Napoli si sono fronteggiati con un lancio di petardi, che ha coinvolto non solo le tifoserie avversarie, quanto anche la polizia, schierata in assetto antisommossa.
I due gruppi di tifosi, incappucciati, erano anche armati di bastoni. In totale negli scontri sono rimasti feriti tre supporter partenopei e un agente delle forze dell’ordine.
Interi quadranti di Roma Nord sono rimasti bloccati, con circolazione paralizzata anche sulla Salaria, sulla Flaminia, sulla Tangenziale e ai caselli autostradali Roma Nord e Roma Sud.
La paura che si è diffusa poco prima del match era che l’arrivo di altri tifosi potesse risultare pericoloso. Anche perchè, secondo il piano di scurezza organizzato della Questura, i tifosi viola, provenienti da Nord, sono stati ospitati in curva Sud e quelli azzurri in curva Nord (il rischio di altri pericolosi incroci era evidente).
Dopo la sparatoria, gruppi di teppisti armati di bastoni e a volto coperto hanno aggredito la polizia anche sotto al viadotto dell’Olimpica distruggendo due auto di servizio e un blindato.
Scontri sono stati segnalati anche nei pressi di Ponte Duca d’Aosta.
Almeno tre tifosi napoletani che stavano per raggiungere la Capitale per la finale di Coppa Italia, Fiorentina-Napoli, sono rimasti feriti nel corso di alcuni tafferugli tra opposte tifoserie nell’area di servizio di Pongiano, in provincia di Rieti.
Il pullman con i tifosi napoletani sarebbe stato aggredito da tifosi della Fiorentina. Al temine dei tafferugli tre tifosi del Napoli sono stati medicati dal 118.
La polizia ha scortanto numerosi pullman di tifosi napoletani e fiorentini che erano stati bloccati, o marciavano lentamente, dai caselli di Roma Sud e Roma Nord.
La partita e la trattativa con gli ultras
Mai nessuno ha pensato di non far giocare la partita, ha ribadito il questore in relazione alla presunta trattativa con gli ultras napoletani e con Genny ‘a carogna in particolare.
“Il Napoli ci ha chiesto se avevamo niente in contrario se il capitano squadra Hamsik parlasse con i tifosi, perché si stava spargendo notizia il tifoso fosse morto. Si era diffusa anche la voce falsa di un bambino morto, come l’altra volta. Non c’é stata trattativa con gli ultrà: società, Federazione e forze dell’ordine erano d’accordo a far giocare la finale perché nello stadio la situazione era tranquilla“.
E a proposito degli spari precedenti la finale di Coppa Italia sono stati “il gesto di un singolo, non c’entra la tifoseria della Roma. Né i tifosi della Roma né quelli della Lazio si sono mai materializzati sulla scena“.
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