E’ stata molto visualizzata su internet la foto di un poliziotto bianco, immortalato mentre abbraccia un ragazzino nero che piange. Si tratta di una fotografia che è stata scattata a Portland, nel corso di una delle manifestazioni di protesta contro la decisione del giudice di non incriminare il poliziotto Darren Wilson per l’uccisione del ragazzo nero, che è avvenuta il 9 agosto scorso a Ferguson. Questa immagine del poliziotto che abbraccia il bambino è diventata un simbolo di speranza e di pace, dopo che negli Stati Uniti, specialmente negli ultimi mesi, sono diventati più acuti gli scontri razziali.
In particolare le persone ritratte nella fotografia sono il poliziotto Bret Barnum e un ragazzino di 12 anni, che si chiama Devonte Hart. Quest’ultimo ha in mano un cartello con la scritta “Abbracci per tutti”.
La fotografia
L’autore della fotografia è un giovane aspirante fotografo professionista, Johnny Nguyen, il quale sui social network ha spiegato chiaramente com’è nata l’idea di fare quella foto. Il fotografo ha raccontato di aver notato il ragazzo con le lacrime agli occhi e quindi ha deciso di seguirlo tra la folla. Ad un certo punto è arrivato il poliziotto. I due si sono messi a parlare e alla fine il poliziotto lo ha abbracciato. E’ intervenuta anche la madre di Hart, che, attraverso Facebook, ha voluto far sapere a tutti che è stata proprio lei a spingere alla partecipazione del figlio alla manifestazione.
La donna ha detto che ha voluto far partecipare il ragazzo alla manifestazione, per ricordare a tutti che è possibile fare la differenza. Hart era il figlio di una tossicodipendente, è stato adottato quando aveva 4 anni da due genitori bianchi, i quali hanno altri 5 figli adottivi. L’esperienza della sua infanzia è stata piuttosto tragica e da questa Hart si è dimostrato, con il tempo, molto attento alle sofferenze degli altri. Alla manifestazione ha mostrato grande emozione, tenendo quel cartello con la scritta “Abbracci per tutti”. Si trovava da solo, davanti ad una barricata della polizia.
Le lacrime gli scendevano dagli occhi, mentre il ragazzino guardava le forze dell’ordine e non sapeva come esse avrebbero reagito. Inizialmente un poliziotto gli si è avvicinato, gli ha dato la mano e ha cominciato a parlare con lui del più e del meno. Poi, ad un certo momento della discussione, il poliziotto ha chiesto a Devonte perché stesse piangendo. Il ragazzino ha detto che stava piangendo per il livello di brutalità della polizia verso i giovani neri. Il poliziotto ha risposto che gli dispiaceva e poi gli ha chiesto se poteva avere uno di quegli abbracci, che tanto indicava sul cartello che aveva con sé.
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