Maurizio Gasparri in Aula cita la guerra di Crimea e scivola sulle date, Carlo Calenda lo punzecchia anche sui social: il botta e risposta.
Botta e risposta a suon di ricorsi storici – e geopolitici. Carlo Calenda e Maurizio Gasparri si sono affrontati prima in Aula al Senato, poi sui social su Twitter. Lo scivolone del senatore di Forza Italia che cita la guerra di Crimea e cade sulla data dell’Unità d’Italia.
Il pomo della discordia le date e alcuni eventi storici. E’ stato Maurizio Gasparri a dare il via alle danze, alzandosi in Senato durante il suo intervento, con temi evidentemente riguardanti la guerra in Ucraina. Il senatore di Forza Italia alla fine del suo discorso ha deciso però di osare, addirittura anticipando di non voler fare una lezione di storia – menomale – per poi cadere sulle date nemmeno si trattasse del peggiore degli scolari durante un’interrogazione.
Nell’estratto condiviso adesso sui social e ripostato anche da Carlo Calenda, Gasparri esclama con aria saccente, tentando di portare la guerra di Crimea come esempio sulle attuali crisi mondiali: “Non voglio fare una lezione di storia, non ho questa presunzione come altri, pero qualche libro è bene leggero ogni tanto”.
Perfetto prologo alla gaffe: “L’esempio più recente che ricordiamo è la guerra di Crimea che nel 1861-63 vide impegnato il regno di Piemonte non c’era ancora l’Italia unita, e Cavour mandò i bersaglieri che già esistevano a una guerra per inserire il regno di Piemonte nel contesto internazionale“.
Due errori saltano all’occhio dunque, nonostante l’invito a leggere qualche libro, sicuramente il più grave quel “l’Italia non era ancora unita nel 1861“. Ma incredibilmente Gasparri è riuscito con il suo scivolone a commettere un altro errore, ossia sulle date stesse della guerra di Crimea che venne combattuta appunto nel 1853 fino al 1856.
Un’opportunità che Carlo Calenda non si è fatto ovviamente sfuggire. Il leader di Azione ha prima replicato al senatore in Aula, poi ha condiviso la scena su Twitter commentando duramente e ironicamente, come è solito fare.
“Oggi Gasparri, in risposta al mio intervento, ha voluto mostrare la sua profonda conoscenza della storia moderna” scrive Calenda. Poi conclude con tanto di battuta sul finale: “Citando la famosa guerra di Crimea del 1861. Il busto di Cavour è caduto dal piedistallo”.
Controreplica da parte di Gasparri, certamente, il cui intervento in Senato era rivolto proprio a Calenda: “Sono lieto di avere costretto Carlo Calenda ad aprire un libro per scoprire cosa fosse stata la guerra di Crimea a cui partecipò il Regno di Sardegna” commenta su Twitter.
“Ma forse si è limitato a consultare Wikipedia – continua in maniera provocatoria – Lui i libri non sa manco cosa siano”. Se pur ci fosse vergogna nell’utilizzare il web per costatare le date di una guerra, un metodo non raffinato come suggerisce Gasparri, l’efficacia è innegabile. Senza dubbio più dignitoso che elargirsi con supponenza a conoscitore della storia per poi cadere sul più bello come il peggiore degli scolaretti.
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