Scontro tra Giorgetti e Mantovano sul successore di Giuseppe Zafarana in Guardia di Finanza. Sì alla norma Fuortes sul cambio in Rai.
Sì del governo alla norma Fuortes, per i cambi di vertici in Rai, mentre è scontro in Cdm sulla nomina del nuovo comandante della Guardia di Finanza. Nicola Dell’Acqua nominato commissario per la siccità, con lo stato d’emergenza decretato per il maltempo in Emilia Romagna.
Cdm, nulla di fatto sul successore di Zafarana: decisione rinviata
Sì al cambio dei vertici Rai, nulla di fatto sul nuovo comandante della Guardia di Finanza. E’ scontro al Cdm, iniziato con due ore di ritardo – era stato convocato per le 16 – a Palazzo Chigi. Lo slittamento è arrivato a causa dello scontro tra il leghista Giorgetti e Mantovano, che non sono riusciti ad arrivare a un compromesso sulla scelta del nuovo comandante della Guardia di Finanza. Ad essere sostituito sarà Giuseppe Zafarana, con i nomi caldi di Andrea De Gennaro supportato dal sottosegretario alla presidenza, e Umberto Sirico che invece è sostenuto dal ministro dell’Economia e Finanza.
Come accaduto anche in ambito vertici della televisione pubblica – e diverse volte durante l’esecutivo – la Lega si è messa di traverso. Le pressioni del partito di Salvini hanno fatto andare in stallo il governo sul tema del rimpiazzo del comandante della Guardia di Finanza, e la decisione è dovuta dunque slittare al prossimo Consiglio dei ministri.
Approvato il decreto su enti e società pubbliche: il Pd alza le barricate
Sì alla norma Fuortes. Il governo approva invece il decreto su enti e società pubbliche, con il quale interverrà nei prossimi giorni sui vertici della Rai e sul futuro dell’ad Carlo Fuortes.
Il Cdm vara la norma secondo la quale adesso verrà introdotto il limite anagrafico di 70 anni per gli amministratori dei teatri lirici. Oltre tale età dovranno dunque decadere; la mossa è stata mirata. Il tutto è stato fatto per mettere fuori dai giochi il sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli. In questo modo Fuortes dovrà dimettersi da amministratore delegato Rai prima del 2024, prendendo il posto proprio di Stéphane Lissner al San Carlo.
Il Pd alza le barricate, mentre Lega e Fi provano a dividersi la Rai. I capigruppo di Camera e Senato dei democratici tuonano, accusando il governo di voler mettere mano sul servizio pubblico: “Una scelta molto grave” dicono Francesco Boccia e Chiara Braga, ai quali pare che questa sembri una mossa con la quale la destra si voglia insinuare in Rai con “nostalgia di norme ad personam“.
L’autonomia della televisione pubblica è sacra, ricordano dal Pd, e l’Italia deve difendere questa autonomia del servizio pubblico per garantire “pluralismo” come il sale dell’informazione.