Dopo giorni di polemiche a distanza e frizioni tra il segretario leghista Matteo Salvini e il ministro dello Sviluppo Economico nel governo Draghi (e suo vice nel partito) Giancarlo Giorgetti, si attende il Consiglio federale fissato alle 18 del 4 novembre per la ”resa dei conti”. Le ultime dichiarazioni di Giorgetti non sono affatto piaciute a Salvini, che ha reagito senza esitazione rispedendo al mittente le proposte. La convocazione in tutta fretta del Consiglio Federale della Lega sembra proprio essere l’occasione per mostrare chi davvero comanda nella Lega e dove vuole andare il partito. Ma come si è arrivati a questo punto?
La tensione nel Carroccio è aumentata dopo l’esortazione del ministro dello Sviluppo economico a rompere con i sovranisti europei per entrare nel Ppe, ma non solo. Giorgetti, che i fedeli salviniani chiamano ”il ministro di Draghi” ha pure segnato la distanza, ancora una volta, da Salvini, anche sul fronte del Quirinale.
Ovvero la sua proposta di una presidenza della Repubblica a guida Draghi, che potrebbe configurarsi come l’avvio di una forma di semipresidenzialismo ‘de facto’, ha scatenato forti malumori nella Lega. Il motivo pare chiaro. In sostanza Salvini crede che Giancarlo Giorgetti voglia scalzarlo per fare il presidente del Consiglio e ovviamente ha reagito infuriato.
Salvini non ci sta a essere secondo a Giorgetti, per dimostrare cha a comandare il partito è lui ha convocato in tutta fretta il consiglio federale, un po’ per fare la conta di chi sta con lui e chi contro di lui, ma soprattutto per permettere ai suoi fedelissimi di ”annientare” Giorgetti.
Oltre a rivendicare a piena voce la sua leadership, Salvini ha intenzione di proporre delle modifiche al reddito di cittadinanza, emendamenti per rivedere la norma bandiera del M5s, anche all’indomani dell’incontro informale avuto tra Giorgetti e Luigi Di Maio, che di certo non ha fatto piacere a Salvini.
Inoltre il leader della Lega ha anche già annunciato la volontà di organizzare entro fine anno una grande assemblea programmatica da tenersi a Roma. La convocazione degli Stati generali della Lega vedrà coinvolti tutti i rappresentanti del partito: sindaci, governatori, parlamentari, eurodeputati, membri del governo. Sarà quella un’altra occasione per chiarire la linea politica del partito.
Giorgetti da tempo insiste per far approdare la Lega nel Partito Popolare, spingendo per una linea più europeista e moderata, e meno a trazione sovranista. Mentre la posizione di Salvini sul tema è opposta, ed emerge dopo la videoconferenza organizzata con il premier ungherese e leader di Fidesz, Viktor Orban, e il premier della Polonia, Mateusz Morawiecki, numero uno del partito Pis.
Al centro del discorso c’era proprio la nascita di un nuovo gruppo al Parlamento europeo che metta insieme il centrodestra in Europa. Infatti al momento i tre partiti non sono dentro un unico gruppo: la Lega è in Identità e Democrazia, Pis fa parte dei Conservatori europei (lo stesso gruppo di Fratelli d’Italia), mentre Fidesz, dopo aver lasciato il Ppe, è tra i non iscritti.
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