Antonio Tajani chiude la porta a un’alleanza alle Europee con Le Pen e AfD, mentre Salvini. rimarca: “Mai con la sinistra”. Scontro nel centrodestra
Da un lato Matteo Salvini, che non scenderà a compromessi con i socialisti, dall’altro lato Tajani, che di alleanze con Le Pen e Alternative für Deutschland non ne vuole sapere. Arbitro, non imparziale, nel ring delle destre come spesso accaduto in questi ultimi mesi Giorgia Meloni che prende tempo e aspetta Varsavia, dove si recherà per un incontro tra conservatori il prossimo 4 luglio. Intanto il centrodestra si spacca in vista delle Europee.
Antonio Tajani ha fatto sapere che, nonostante si sia detto lieto di avere dalla parte della maggioranza la Lega, non intende coalizzarsi con i conservatori tedeschi e francesi. Una visione totalmente opposta all’idea di governo del Continente di Matteo Salvini, che con Le Pen e Alternative für Deutschland avrebbe voluto imbastire l’alleanza definitiva. Grane nel centrodestra, con Giorgia Meloni che predica calma: “C’è tempo”, ha detto la premier.
Il tempo senza dubbio è della parte del centrodestra, che avrà un anno di tempo per prendere le dovute decisioni. Rimangono gli attriti nel cosiddetto patto di centrodestra unito però. I nazionalisti di Marine Le Pen infatti fanno parte della proposta del leader del Carroccio, il quale era già parso dissonante da quello di Meloni, ossia un patto in vista del 9 giugno 2024 tra Conservatori e Popolari ma che tenga fuori i socialisti.
Il silenzio imbarazzante sulle vedute discordanti è stato spezzato da alcune recenti dichiarazioni dei leader politici del centrodestra. A partire dal ministro egli esteri, il quale ha definito “impossibile” qualsiasi accordo con AfD e “la signora Le Pen”. Nette e determinate le prese di posizione di Antonio Tajani. Parole che hanno portato a una replica immediata da parte della Lega.
In una nota il partito di Salvini ha informato che “mai” la Lega potrà coalizzarsi con i socialisti e la sinistra, e soprattutto che “non si accettano veti sui nostri alleati”. Tradotto: Forza Italia non può permettersi di interferire con le nostre alleanze. Replica altrettanto decisa insomma. Il Carroccio ha sottolineato anche come per “cambiare l’Europa” l’unica speranza sia quella di tenere unito il centrodestra, di dare una alternativa al centrosinistra.
C’è ancora una frecciatina ai colleghi al governo: “Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti“. Le allusioni non mancano, così come i continui corteggiamenti al partito conservatore di Le Pen: “Siete voi l’unico centrodestra presente in un grande Paese come la Francia”.
Ma la Lega continua a colpire basso dopo le dichiarazioni di Tajani. Il presidente del gruppo Id Marzo Zanni e il capo delegazione Lega al Parlamento Europeo Marco Campomenosi hanno riposto al ministro degli Esteri in maniera tagliente. Diversi i punti trattati dai due esponenti della Lega in una recente nota. Il primo si riferisce alla presunta volontà di Tajani di voler governare con Pd, socialisti e Macron, a differenza della Lega che invece “lavora per cambiare la maggioranza in Europa e dare finalmente vita a un progetto di centrodestra unito, capace di dare risposte concrete ai cittadini dopo anni di mal governo delle sinistre“.
La nota continua come il lancio di un guanti di sfida verso il coordinatore di Forza Italia, al quale si ricorda che non è il momento questo di “escludere dal progetto di centrodestra europeo” soprattutto se chi esclude è stato “il braccetto di Pd e socialisti in Ue”. Accuse, poi la richiesta di “rispetto” nella nota: “E’ grazie ai voti degli alleati francesi del RN e tedeschi di AfD se, insieme al Ppe, siamo riusciti a respingere l’ultima eurofollia green non più tardi della scorsa settimana. Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno che si definisce “di centrodestra” possa preferire Macron e le sinistre alla Le Pen“.
Non le mandano certo a dire nella nota i due rappresentanti della Lega, che concludono la replica a Tajani: “Illudere gli elettori fingendo di cercare un’altra strada ma, di fatto, continua a scegliere di governare un continente secondo l’agenda dettata da sinistre illiberali, nemiche di industria e lavoro, che fomentano le piazze in Francia e in Belgio“.
In tutto questo Giorgia Meloni, come al solito, prende tempo. La tempesta al largo sta per raggiungere la costa della maggioranza, ma il tempo è della parte dei tre partiti i quali della loro unità quasi cieca e incoerente hanno sempre fatto vanto fino allo sfinimento. La polvere sotto il tappeto adesso però sta straripando, e a provvedere dovrà essere per forza di cose la premier.
Al Corriere della Sera, sull’argomento, Meloni ha detto infatti “C’è tempo per riflettere“, mentre mercoledì volerà a Varsavia per un importante incontro con le destre europee. Un seminario del gruppo dei Conservatori e riformisti europei sulla carta, pronto a trasformarsi in men che non si dica in un convegno per mettere sul tavolo un piano d’azione per le Europee del 2024.
Saranno presenti infatti i Conservatori di tutta Europa, nella capitale polacca, dal 4 al 9 luglio. L’asse, ancora ipotetica, con il Partito popolare europeo per Giorgia Meloni sembra la strada più agevole da percorrere, o almeno sembrava. Ma il maremoto della destra italiana adesso potrebbe iniziare a fare traballare l’equilibrio che la premier stava costruendo.
Un seminario che arriva in un momento cruciale per le sorti della Polonia, tra il voto in autunno e la rinata alleanza con l’Ungheria degli ultimi tempi. I due Paesi, ironia della sorte, hanno ritrovato l’unità proprio per andare contro la premier. Chissà se, a proposito di Ungheria e Polonia, G avrà il tempo anche di dedicarsi alla questione migranti con il piano della premier bocciato proprio dai due amici conservatori Mateusz Morawiecki e Viktor Orban (che di accogliere i migranti e di pagare per loro non ne hanno la minima intenzione).
Anche le loro opposizione su tale tema, che nemmeno la mediazione di Meloni è riuscita ad alleviare, potrebbe adesso giocare a sfavore di un accordo con i Popolari. Il rischio, come affermato dalla stessa presidente del Consiglio, è quello di ritrovarsi con alleati inaffidabili.
Intanto l’incontro tra Salvini e Le Pen è saltato, previsto a Roma, per quanto successo in Francia. I due si sarebbero sentiti in una videochiamata nella giornata odierna, ma il vertice è stato rimandato.
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