Il ministro della Salute Speranza, confermato del suo ruolo dal premier Mario Draghi, ha deciso di rimandare al 5 marzo la riapertura delle piste da sci. Una decisione che ha fatto molto discutere, arrivata alla vigilia del 15 febbraio, ovvero data designata precedentemente per la ripartenza della stagione. A criticare maggiormente tale provvedimento è stato il neo ministro del turismo, il leghista Massimo Garavaglia. Nonostante il governo abbia giurato pochi giorni fa, sono già in atto le prime frizioni.
Il ministro ha dichiarato essere una “mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori della montagna” e che ora, invece del bonus monopattino, servono incentivi per questi lavoratori: non si deve parlare di turismo bensì di industria del turismo. Serve una programmazione, ha proseguito, per non rimettere in situazioni difficili coloro che gestiscono impianti ma anche tutto l’indotto. Ha poi rincarato la dose sostenendo che ci sia stato un danno per scelta del governo, che ora deve indennizzarlo.
Queste dichiarazioni sono state fatte ieri dopo che il ministro Garavaglia ha incontrato il presidente della Lombardia Fontana, i rappresentanti degli enti locali, il ministro per gli Affari regionali Gelmini è il governatore del Piemonte Cirio per fare il punto della situazione e capire le problematiche e i malumori del settore. Si è discusso anche del fatto che il ministro competente possa prendere decisioni in totale autonomia: Garavaglia ha dichiarato che questa norma andrà rivista.
Dal canto suo, il ministro della Sanità Roberto Speranza ha voluto rispondere a queste accuse sostenendo che non sia intenzionato a fare polemica, esattamente come nei mesi scorsi, e che il suo intento sia esclusivamente quello di difendere il diritto alla salute.
La sua decisione, ha precisato, è stata condivisa da tutto il governo, perciò non è da considerarsi una sua iniziativa personale, e che soprattutto tiene conto dei più recenti dati epidemiologici (venerdì 12 febbraio) comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità. A far paura è soprattutto la cosiddetta variante inglese, che sta mettendo preoccupazione anche in Francia Germania. Ha poi aggiunto che saranno sicuramente previsti dei ristori per i lavoratori di questo settore sciistico.
Allineati però con il ministro Garavaglia Matteo Salvini come Nicola Zingaretti, che hanno parlato di grave danno economico, anche alla luce del fatto che a detta di molti addetti ai lavori, al 5 marzo la stagione sarà sostanzialmente da considerarsi finita.
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