In Puglia è il giorno di dolore. Ad Andria si sono tenuti i funerali di 13 delle 23 vittime dello scontro tra treni, avvenuto il 12 luglio tra Corato e Andria: una cerimonia pubblica, tenutasi alla presenza delle autorità a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, a 48 ore dalla sua visita ai parenti delle vittime, è tornato per assistere alle esequie, facendo fede a quel “Non vi dimenticherò” detto pochi giorni prima. Presenti anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio in rappresentanza del governo, e il presidente della Regione Michele Emiliano. Per le altre 13 vittime, i familiari hanno preferito funerali privati nei paesi d’origine. Dal pulpito ha parlato il vescovo di Andria, Luigi Mansi, che ha ricordato come queste terre, considerate periferie d’Italia, siano state dimenticate per anni da un’economia colpevole che pensa ai propri interessi e non al bene comune.
“Le nostre coscienze sono state addormentate, zittite, da prassi di vita alle quali ci siamo troppo abituati giungendo a considerarle normali ma che non lo sono. Non lo sono affatto quelle prassi dell’economia in cui non si pensa al valore della vita delle persone ma a calcoli ottusi di convenienza e interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere“, ha detto il vescovo di Andria.
“Per troppi anni e per tante persone queste terre sono state considerate le periferie dell’Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento“, ha proseguito. “Speriamo che si sospenda questo fare e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie“.
UNA STRAGE PERMESSA DALLA MALA POLITICA
Il presidente Mattarella si è fermato a salutare i parenti delle vittime e ha espresso il suo cordoglio personale e a nome di tutta l’Italia: bandiere a mezz’asta in tutti gli uffici pubblici per volere di Palazzo Chigi che ha stanziato 10 milioni di euro in favore delle famiglie delle vittime e di chi ha riportato lesioni gravi e gravissime nell’incidente.