Scontro treni in Puglia, Cantone: ‘La corruzione non permette di fare infrastrutture’

Cantone presenta la relazione annuale dell'Autorita Nazionale Anticorruzione

In Italia le infrastrutture di cui il Paese necessita sono impedite e rallentate dalla corruzione. A fotografare la triste realtà tricolore è Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che ha presentato al Senato la sua relazione annuale in cui – tre le altre cose – si legge che le segnalazioni di anomalie su appalti di lavori, servizi e forniture sono passate da circa 1.200 nel 2014 a quasi 3mila nel 2015 (con un aumento di oltre il doppio), generando l’apertura di circa 1.880 fascicoli (+ 50% rispetto al 2014). Molte amministrazioni agiscono ”nell’ombra”. Infatti, prosegue Cantone: ”Permane ad oggi una piccola parte di amministrazioni (il 16,5%) che non si è dotata, all’interno del proprio sito, della sezione ‘Amministrazione trasparente’, il ‘contenitore’ di tutte le informazioni da pubblicare”.

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Scarso è stato anche l’utilizzo, per mancanza di adeguata conoscenza, dell’istituto dell’accesso civico, che avrebbe dovuto consentire a chiunque di richiedere documenti, dati o informazioni nei casi di omessa pubblicazione” si legge nel documento. “L’inefficacia del sistema della trasparenza previsto dal d.lgs. 33/2013 – che si riverbera sulla qualità e sulla completezza dei dati pubblicati – risiede soprattutto nella sua scarsa accettazione da parte delle amministrazioni, che continuano a vederlo non come uno strumento che favorisce la partecipazione dei cittadini, ma come un aggravio burocratico, anche perché sono considerate troppe le informazioni da pubblicare“, ha spiegato il magistrato.

Alla luce di questo, lo scontro tra treni in Pugliaevidenzia un problema italiano, legato a questa relazione odierna, cioè la difficoltà a fare infrastrutture” a causa della diffusa corruzione. Alla fine il magistrato ha avuto anche parole di speranza: “Mi sento di poter affermare che iniziano ad intravedersi le prime tracce degli ‘anticorpi’ contro la corruzione che si stanno inserendo nel sistema”, un “male atavico” dell’Italia.

I dati dell’Anac relativi al 2015 “testimoniano, oltre che la fiducia riposta nell’Autorità, di cui siamo orgogliosi, un ‘risveglio’ da parte di operatori e cittadini, stanchi di un sistema spesso incapace di gestire risorse pubbliche destinate a opere e servizi fondamentali per la collettività“, ha spiegato il magistrato. Ma c’è ancora parecchio da lavorare: sugli appalti, sulla trasparenza, sulle nomine pubbliche. E uno dei compiti dell’Anac é proprio vigilare sugli appalti relativi alle infrastrutture.

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