Ci mancava anche lo Scout Speed, non bastavano gli autovelox. A questo punto può esistere una sola difesa. Ogni volta che si prende una multa con questi apparecchi, inviare un’email al sindaco del Comune che la incassa, oppure al ministro dell’Interno se arriva dalla Polizia stradale, dicendo: “Grazie signor sindaco (o signor ministro) per questa multa. Me ne ricorderò alle prossime elezioni“.
Poi però dobbiamo ricordarcene veramente. Dobbiamo punire queste amministrazioni rapaci il cui unico scopo è riempire le loro casse a spese degli automobilisti, così possono continuare a sprecare impunemente denaro pubblico distribuendolo ai loro amici e amici degli amici, per garantirsi la rielezione e, a volte, chissà cos’altro. Questa gente ci multa per finanziare coi nostri soldi la propria campagna elettorale. Perché i principali aguzzini sono i comuni. Per come è finanziata oggi la Polizia di Stato, cioè malissimo, si presume che le poche auto civetta che rimangono vengano usate per attività di contrasto al crimine propriamente detto.
Le pattuglie devono circolare in modo ufficiale e riconoscibile, solo così chi guida troppo velocemente è indotto a rallentare. Ma se rallenta i comuni non incassano. Invece quando le pattuglie sono seminascoste con l’autovelox e adesso anche totalmente nascoste con lo Scout Speed, l’automobilista non rallenta. Il pericolo alla circolazione stradale continua, però il comune incassa. Questo è l’unico vero obiettivo.
Diamo un’occhiata a questo ultimo congegno. Scout Speed è venduto dalla Sintel Italia Spa, un’azienda romana. Si tratta di un apparecchio installato all’interno dell’autopattuglia, all’altezza dello specchietto retrovisore. E’ composto da una telecamera e un radar. E’ in grado di rilevare la velocità a 360 gradi, quindi anche sui veicoli che arrivano dal lato opposto, dietro o di fianco. Funziona in tutte le condizioni atmosferiche, anche al buio. Costa circa 46.000 euro. Tanto sono soldi nostri. Poi i comuni se lo ripagano in fretta con le multe. E’ un investimento redditizio. Riparare le voragini nelle strade? Controllare gli ubriachi e i drogati al volante? Far passare la voglia ai tossici del telefonino? Troppo lavoro, si spende e basta. Poi cosa resta per gli amici e gli amici degli amici?
Il problema non è l’apparecchio, è ovvio che si debba vigilare sulla velocità. Ma il modo in cui si usa. Perché questi strumenti per la misurazione della velocità in movimento sono esclusi dagli obblighi di segnalazione previsti per autovelox e tutor. Dobbiamo ringraziare il decreto del ministro dei Trasporti del 15 agosto 2007, all’epoca era Alessandro Bianchi, governo di Romano Prodi.
Questo nonostante il decreto legge del 3 agosto 2007 (convertito dalla legge 160 del 2 ottobre 2007) avesse creato il comma 6-bis per l’articolo 142 del Codice della strada, che dice: “Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili“. Purtroppo quella legge affidava al suddetto decreto ministeriale il compito di stabilire le modalità d’impiego di quelle segnalazioni.
Ed ecco il ministro Bianchi che nel suo decreto riapre ai comuni aguzzini quella porta che la legge aveva chiuso. Infatti stabilisce di testa sua che il comma 6-bis “Si riferisce esclusivamente alle postazioni di controllo per il rilevamento della velocità stazionate lungo la rete stradale, e quindi le disposizioni inerenti non si applicano per i dispositivi di rilevamento mobili destinati a misurare in maniera dinamica la velocità“. Su quali basi logiche non sappiamo. Invece lo sappiamo, eccome.
Allora, poiché non c’è l’obbligo di segnalazione, stiamo certi che i sindaci più avidi imporranno ai vigili di usare lo Scout Speed su auto in borghese. L’agguato totale.
In alcuni ricorsi i giudici di pace a volte annullano le multe proprio per questo motivo. Addirittura la Cassazione, sezione penale, nella sentenza 11131 del 2008, è andata giù pesante proprio sull’occultamento delle postazioni. Purtroppo questo non garantisce che tali multe si possano annullare. Anzi, per come stanno le cose, siamo proprio in trappola.
Però una cosa possiamo farla. Nei verbali delle multe deve essere sempre indicato se l’apparecchio usato è stato omologato (lo Scout Speed lo è) e contenere gli estremi dell’atto di omologazione. Deve anche riportare i dati sulle operazioni di taratura e revisione periodica, obbligatorie. Se c’è anche una sola virgola fuori posto, è possibile combattere in sede di ricorso. Spendere per spendere, è preferibile dare i soldi ad un bravo avvocato piuttosto che a questi comuni. Però non ci sono certezze di vincere. Ricordiamoci tutto questo alle elezioni. Non abbiamo altre armi.
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