Talvolta sui display che dovrebbero segnalare il numero di linea degli autobus, si notano scritte curiose e originali, frutto della geniale mente di divertenti autisti che vogliono allietare e, forse, strappare un sorriso alle persone che prendono il mezzo pubblico per spostarsi all’interno della propria città. Oltre a episodi simpatici – come quello che abbiamo registrato a Roma lo scorso 24 marzo, quando l’autobus in arrivo da Quarto Miglio, per scusarsi del ritardo, esibiva la scritta: “Aho so guasto” – si registrano anche situazioni ben più serie, che fanno riflettere, come nel caso dell’autobus su cui svettava la scritta vaffan…, o nel caso, decisamente più grave, in cui il display mostrava la frase: “Onore al duce“.
L’autista del mezzo in arrivo da Quarto Miglio che, per divertire i passeggeri in attesa, decide di piazzare sul display una scritta esilarante: “Aho so guasto”, ci ha strappato un sorriso. Non solo ha alleggerito la situazione, vista l’attesa a cui sono stati sottoposti i passeggeri, ma soprattutto ha comunicato a tutti, con un solo gesto, la causa del ritardo, risultando davvero simpatico. Purtroppo i messaggi sugli autobus non sono sempre di questo tenore.
La protesta sugli autobus
Non è la prima volta che capita di notare su un autobus la scritta ‘vaffa…’ al posto dei numeri che identificano la linea percorsa. Ma stavolta, il bus fermo con le porte aperte al capolinea Atac del 224 a Piazza Augusto Imperatore, accanto all’Ara Pacis nel centro di Roma, probabilmente è stato piazzato lì come forma di protesta, piuttosto che come scherzo. Tra l’Atac e il Comune, specialmente negli ultimi mesi, c’è molta tensione seguiti alla trattativa del settore per il rinnovo dei contratti e contro i tagli.
“Onore al duce”
Qualche giorno fa nella rimessa di Acilia (periferia di Roma) è stato avvistato un autobus con la scritta “Onore al Duce” sul display. Un episodio su cui Atac spa ha aperto un’indagine interna per accertare le responsabilità. Sul suo profilo Twitter “Infoatac” informa: “Subito attivate indagini interne per identificare responsabile grave atto e per sanzioni disciplinari – se gesto configurasse reati penali di fuori stretto ambito aziendale informeremo autorità giudiziaria“.
L’azienda fa sapere di volere prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei responsabili, fino all’accertamento di un eventuale reato penale. Il reato in questione è l’apologia del fascismo, previsto della legge Scelba del 20 giugno 1952, secondo il cui articolo 4 chiunque “pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche” deve essere punito.
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