A Padova la prima classe senza italiani, formata solo da alunni stranieri. Succede nella scuola elementare Antonio Rosmini. Immancabili critiche e polemiche nei confronti dell’istituto che, secondo alcuni docenti e genitori, in questo modo andrebbe contro il processo di integrazione.
In questa classe di prima ci sono 24 alunni. Tutti stranieri: pachistani, moldavi, rumeni, cinesi, nigeriani. Le uniche italiane, le insegnanti.
La questione è la seguente: come è possibile integrarsi, per questi bimbi, se sono impossibilitati a parlare con i compagni italiani, rapportandosi alla loro lingua e alla loro cultura? Che tipo d’integrazione ci può essere quando non c’è nessun bambino figlio d’italiani in classe?
Interpellata dal Mattino di Padova, la preside, Maria Mapelli, spiega: «I bambini sono praticamente tutti nati in Italia, vorrà dire che faremo di più per l’integrazione. Abbiamo già aderito al progetto del Miur chiamato Fami che prevede l’insegnamento dell’italiano per docenti assunti solo con tele funzione».
Eppure, pare che sia stata una scelta dettata dalle proteste di alcuni genitori che, infastiditi dalla presenza di troppi bimbi stranieri, nei mesi scorsi avrebbero minacciato di iscrivere i figli in un’altra scuola.
Insomma, ogni anno le solite polemiche sugli stranieri a scuola. E mentre si rischia, come in questo caso, di creare classi-ghetto, altrove i presidi arrivano ad auspicare l’iscrizione dei figli degli immigrati, per non chiudere i battenti alla scuola.
Come a Riace, in Calabria, dove, grazie al progetto di accoglienza voluto dal sindaco Mimmo Lucano, l’arrivo di bambini stranieri ha evitato la chiusura di alcune scuole, permettendo addirittura l’apertura di un asilo nido. Multietnico.
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