Mentre monta il dibattito sulla riapertura della scuola dopo mesi di lockdown – tra chi sostiene sia ormai “sicura” e chi, invece, la ritiene un azzardo, quindi prematuro e rischioso – si discutono i termini del protocollo di gestione del rientro in aula per migliaia di studenti e insegnanti. La data fissata sul calendario è il 14 settembre, ma cosa accadrebbe in caso di alunno positivo in classe? Lo scenario emerge nelle parole del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e nelle note di Ministero dell’Istruzione e Istituto Superiore di Sanità.
“Se in una classe qualcuno risultasse positivo al Coronavirus, dovranno essere fatti i controlli a tutti. Potrebbe scattare una chiusura temporanea” prima del ritorno all’attività didattica ordinaria. Sono le parole del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a Timeline, su Sky Tg24, riportate dall’Ansa.
In caso di positività di un alunno scatterà la quarantena per chi ha avuto contatti con lo stesso nelle ultime 48 ore all’interno dell’istituto, quindi per insegnanti, allievi e personale impegnato nella struttura. È questa la regola base del protocollo di sicurezza per la riapertura delle scuole dopo lo stop imposto dalla fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Alle battute finali la definizione del documento, curato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che contiene le linee guida sulla gestione di eventuali contagi e focolai in un istituto scolastico. Le indicazioni sono al vaglio del Comitato tecnico scientifico (Cts).
Il Ministero della Salute, in sinergia con le Regioni e le Asl, starebbe vagliando l’ipotesi di procedere all’esecuzione di test molecolari rapidi e immediati in caso di presenza di un contagiato a scuola. Si tratterebbe di una serie di esami simili a quelli condotti negli aeroporti su chi rientra da Paesi considerati a rischio.
Il protocollo prevede la possibilità, per ogni istituto, di individuare un referente Covid-19 nell’ambito scolastico. Si tratta di una figura, si legge nel protocollo, “che possa raccordarsi con i dirigenti scolastici al fine di un efficace contact tracing e di una risposta immediata in caso di criticità” nel tessuto di una stretta collaborazione tra sistema scuola e sistema sanitario nazionale.
In caso di alunno sintomatico sarà il referente, una volta raccolta la segnalazione, a contattare la famiglia e provvedere al temporaneo isolamento dell’allievo in una apposita stanza all’interno della scuola. Spetterà poi ai genitori contattare il medico di famiglia o la Asl competente per fare il tampone.
Tutti i contatti stretti saranno tenuti a 14 giorni di quarantena obbligatoria e si procederà alla sanificazione dei locali. Nel periodo di isolamento domiciliare obbligatorio, gli studenti della classe seguiranno le lezioni con la formula della didattica a distanza. Il rientro in classe sarà possibile solo all’esito negativo di due tamponi consecutivi eseguiti a distanza di 24 ore uno dall’altro.
Ministero dell’Istruzione e ISS smentiscono l’ultima notizia circolata in Rete su cosa accade in caso di alunno positivo. Sui social, il Miur ha ricordato il documento ufficiale sul protocollo di sicurezza da seguire, precisando quanto segue:
“Sta purtroppo girando una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente. Il Protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile ‘al ritorno al proprio domicilio‘ e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti“.
Stessa smentita da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, arrivata con una nota ufficiale in cui si precisa che “è in preparazione, e verrà finalizzato e reso pubblico nelle prossime ore, un documento che contiene le indicazioni per la gestione di casi e focolai negli istituti scolastici preparato dalle istituzioni competenti; si invita pertanto a considerare le notizie riferite al documento stesso solo una volta che questo venga reso disponibile“.
L’ISS, nell’invitare i cittadini ad affidarsi sempre a fonti ufficiali, sottolinea inoltre che “sono da considerare fake news tutte quelle notizie che riportano che l’alunno o lo studente possano venire affidati all’autorità sanitaria, mentre è la figura del genitore che è chiamata a gestire tutti i percorsi“.
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