Addio alle zone gialle, per il momento. L’Italia infatti da oggi, lunedì 15 marzo, si trova tutta in zona rossa o arancione. Unica eccezione la Sardegna, che continua ad essere l’unica Regione italiana in zona bianca. Le restrizioni, che dureranno fino al prossimo 6 aprile, riguardano anche la scuola. Con le nuove chiusure, infatti, 8 studenti su 10, quasi 7 milioni, sono tornati alla didattica a distanza.
Nelle zone rosse, secondo le nuove disposizioni, sono chiuse tutte le scuole, di qualunque ordine e grado. Quindi, anche i bambini di asili ed elementari dovranno rimanere a casa e ricorrere alla Dad.
Quasi 7 milioni di studenti rimarrano a casa
Secondo i calcoli di Tuttoscuola, gli studenti a rimanere a casa saranno 6 milioni e 875 mila. Quindi, l’81% degli 8,5 milioni di alunni iscritti alle scuole statali e paritarie dovranno rimanere a casa, almeno fino al prossimo 6 aprile.
La situazione potrebbe cambiare, inoltre, nel caso in cui i Presidenti delle Regioni decidano di disporre nuove sospensioni per la scuola in presenza. Questo potrebbe accadere dove saranno registrati più di 250 casi ogni 100mila abitanti, la soglia fissata dal Governo per il passaggio in zona rossa.
Nella settimana precedente a seguire le lezioni in Dad erano 5,7 milioni di studenti. Da oggi, con 16 Regioni su 20 in cui le scuole sono chiuse, la situazione cambia completamente. Infatti, sono 1,2 milioni in più gli studenti che dovranno ricorrere alla didattica a distanza con le scuole chiuse.
Gelmini: “Non c’è nessuno che voglia chiudere le scuole. Dobbiamo prendere atto della realtà ed evitare altre vittime”
L’incremento, secondo quanto emerso, è concentrato soprattutto in tre Regioni: Veneto, Piemonte e Lazio. Inoltre, le nuove restrizioni dettate dall’avanzare della terza ondata di Coronavirus costringono a casa il 95% degli studenti al nord. Sono invece meno di due su tre quelli che dovranno rimanere a casa da scuola nel mezzogiorno. Per quanto riguarda il centro, invece, si attesta la media nazionale di 8 studenti su 10.
In protesta contro la didattica a distanza è l’ennesima chiusura delle scuole sono state organizzate, in diverse città italiane, delle manifestazioni supportate sia dai genitori che dagli alunni.
“La variante inglese sta colpendo duro proprio nelle scuole. Non c’è un partito, un ministro o un governatore che voglia le scuole chiuse, ma dobbiamo prendere atto della realtà ed evitare altre vittime”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionale e delle Autonomie.
“Se uno studente oggi prende il Covid tutta la classe si contagia e il virus entra nelle famiglie. La salute è al primo posto, abbiamo agito con prudenza e senso di responsabilità, affidandoci al parere del Cts” ha spiegato Gelmini.