Con l’Italia sempre più arancione cominciano ad essere sempre di più gli studenti a rientrare sui banchi di scuola. Con le nuove misure, in vigore dal prossimo 26 aprile, le scuole riapriranno al 100% e, così, a più di un anno dall’inizio della pandemia da Coronavirus, tutti gli studenti di ogni ordine e grado faranno ritorno sui banchi, in zona arancione e gialla.
Per quanto riguarda le zone rosse, invece, le lezioni si svolgeranno come avviene ora fino alla terza media e almeno 50% negli istituti superiori in presenza.
Al momento il ministero della Salute sta valutando di introdurre il test salivare nelle scuole per monitorare, e prevenire, eventuali contagi. Secondo Maddalena Gissi, segretario Cisl Scuola, servirebbe una “presa di posizione di Regioni, Anci, Upi e Governo per garantire maggiore uniformità” sulle regole da seguire per quanto riguarda la scuola.
I pareri di chi non è d’accordo con la riapertura della scuola
Inoltre, la Flc Cgil vorrebbe che il Governo rivalutasse la scelta di riprendere le attività della scuola, a partire dal 26 aprile, in presenza al 100%. “Ci troviamo davanti a un atto di volontà politiche non supportato da condizioni reali. Prima di decidere la riapertura al 100% in presenza bisogna riprendere subito la campagna di vaccinazione, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti, anche a campione, valutare i dati dei vaccinati. In caso contrario non c’è alcuna garanzia”. Sono queste le parole di Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil.
Anche Mario Rusconi, presidente di ANP-Lazio non è d’accordo con la riapertura delle scuole, che più che un atto di fiducia verso la ripresa sarebbe “un ulteriore scaricabarile degli amministratori verso i dirigenti scolastici”.
“Da mesi chiediamo che vengano rivisti i criteri della formazione delle classi con massimo 20 alunni, la creazione di spazi per le scuole dove poter fare didattica, una anagrafe degli edifici scolastici e il tracciamento dei contati, tamponi ripetuti. Tutto è rimasto senza risposta” ha aggiunto Rusconi ad Ansa.
A loro si sono uniti anche Elvira Serafini, dello Snals, e Marcello Pacifico, del sindacato Anief: riaprire la scuola in queste condizioni non garantisce sicurezza né per gli alunni né per il personale scolastico.
Pacifico ha detto: “Non ci sono le condizioni per garantire la sicurezza di alunni e personale il prossimo 26 aprile, anche nelle zone arancioni e rosse. Ma si rischia anche un nuovo anno scolastico con gli stessi problemi senza la revisione dei parametri per formare le classi e la revisione degli organici su cui ci si era impegnati con la sottoscrizione degli accordi“.
“Vogliamo che la scuola riapra in presenza, ma siamo molto preoccupati: avremmo voluto un aggiornamento del protocollo di sicurezza con indicazioni precise, invece tutto viene detto ma niente fatto e si riaprono le scuole” ha detto invece Serafini.