Save the Children all’interno del rapporto “Alla ricerca del tempo perduto” ha evidenziano un problema scolastico, di istruzione e di lavoro da parte dei giovani italiani. Circa il 12,7% abbandona la scuola.
Il 23,1% dei ragazzi italiani compreso tra i 15 e i 29 anni si trova in una situazione di totale esclusione dal mondo del lavoro, della scuola e dell’università. Il numero dei Neet in Italia è il più alto d’Europa.
Save the Children dunque all’interno del rapporto “Alla ricerca del tempo perduto”, definisce la situazione dei giovani italiani come “dispersione implicita”. Questa è strettamente collegata con l’impoverimento educativo e con la povertà materiale.
L’associazione, come prima causa di questa situazione, evidenzia alcuni deficit strutturali della scuola italiana.
In primo luogo, nelle realtà dove la povertà minorile è più elevata, l’offerta scolastica è più scadente. Cosa che invece non dovrebbe avvenire, perché proprio in questi luoghi sarebbe necessaria un’offerta formativa di qualità.
Inoltre in generale vi è una forte assenza di strutture fisiche necessarie, come mense e palestre. Inoltre la scuola italiana non offre il tempo pieno agli studenti.
Questi deficit sono maggiormente evidenziati nelle scuole del sud della penisola. Il tasso più alto di dispersione implicita infatti ce l’ha la Campania, con circa il 19,8%.
Inoltre anche a livello di qualità di insegnamento, se si prendono in considerazione le prove invalsi, nella maggior parte delle regioni del sud, tra cui Sardegna, Sicilia, Campania e Calabria; più del 60% degli alunni non raggiungono il livello base delle conoscenze in Italiano. Mentre per quelle matematiche il valore è addirittura del 70%.
Le regioni del sud sono ampiamente esposte al fenomeno dell’abbandono scolastico. Infatti il tasso più alto appartiene a Sicilia (21,1%) e Calabria (17,6%), seguite poi dalla Campania con il 16,4% e dalla Calabria con il 14%.
Save the Children evidenzia che vi è una stratta relazione tra i livelli d’apprendimento e le caratteristiche strutturali del sistema scolastico.
Infatti nei luoghi dove l’indice di dispersione implicita è più basso, le scuole offrono agli alunni in primis il tempo pieno, utilizzato dal 31,1% degli studenti contro solo il 24,9% nei luoghi con un alto indice.
Inoltre vi è un maggior numero di mense, di palestre e tutte le scuole sono dotate del certificato di agibilità.
Dunque diciamo che la colpa di questo abbandono scolastico da parte dei giovani del sud, non è unicamente riconducibile alla “svogliatezza” oppure al “poco interesse” mostrato dai ragazzi. Ma al contrario, come sostenuto anche da Save The Children, gran parte della colpa è delle istituzioni.
Che al posto di privilegiare, con strutture e servizi efficienti, le zone più ricche, dovrebbero investire fondi soprattutto in quelle più povere senza lasciarle al loro destino, sprovviste di un enorme quantità di servizi.
“Proprio dove i bambini, le bambine e gli adolescenti affrontano con i loro famiglie, le maggiori difficoltà economiche c’è al contrario maggior bisogno di un’offerta educativa più ricca”.
Afferma Raffaella Milano, direttrice di Save the Children Italia.
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