La scuola inizia a cambiare da settembre e lo farà attraverso l’ingresso di due nuove figure che avranno un obiettivo specifico nell’aiutare i ragazzi: il docente tutor e il docente orientatore. Vediamo di chi si tratta.
Un ruolo particolare: quello di accompagnare i ragazzi a scegliere la strada migliore per il loro futuro. Sono stati stanziati 150 milioni di euro di fondi. Ecco a cosa serviranno.
Due nuove figure entreranno a far parte della scuola a partire dal prossimo mese di settembre: stiamo parlando del docente tutor e del docente orientatore. Ad annunciarlo è stato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara.
La domanda che si sono posti tutti è: quale sarà il ruolo di questi docenti, anche in quello che è il loro rapporto con gli alunni? In tutto, saranno circa 80mila le nuove figure e saranno presenti all’interno di ogni istituto superiore. Ma vediamo nello specifico la particolarità di questi due nuovi docenti.
Il docente tutor: formato con un mini corso di 20 ore, avrà il compito di “coordinare e sviluppare le attività didattiche a favore di una personalizzazione dell’istruzione nelle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado”. Il tutto per favorire il recupero per i ragazzi “che manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli” – come descrive una nota, a spiegazione delle due nuove figure, emanata dal ministero stesso.
Dall’altro lato, però, c’è anche il docente orientatore. Il suo compito sarà quello di favorire “le attività di orientamento per consentire ai ragazzi di fare scelte in linea con le loro aspirazioni e potenzialità e progetti di vita”, aiutandoli e accompagnandoli “nella consapevolezza dei diversi percorsi di studi e/o di lavoro e della varietà di offerte dei territori, del mondo produttivo e universitario” – prosegue, ancora, la nota del ministero.
Il ministro Valditara, che ha presentato le novità, ha spiegato che questa sorta di piccola riforma, con l’introduzione di nuove figure docenti, sarà fatta e portata avanti, comunque, nel pieno rispetto dell’autonomia dei singoli istituti, insieme ai loro studenti e alle rispettive famiglie.
Tramite un decreto, sono stati stanziati 150 milioni di euro, solo per l’anno 2023, per remunerare circa 80mila “nuove figure docenti”, che come dicevamo, saranno presenti in tutti gli istituti superiori d’Italia. Ma, prima dell’attuazione completa, il tutto dovrà passare per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, del quale servirà il suo parere.
Il ministero ha un obiettivo ben preciso per questa nuova riforma, ovvero quello di far emergere il talento di ogni singolo studente attraverso un percorso virtuoso che lo porti (come anche a tutti quanti gli altri) a superare difficoltà, in particolare quelle di natura sociale e territoriale, e favorire scelte consapevoli per il loro futuro percorso di formazione e di lavoro.
Ogni singola scuola potrà accedere ai finanziamenti che derivano sia dal PNRR che dal PON per remunerare i loro docenti che accetteranno questi nuovi tipi di incarico. In ultimo, le scuole potranno utilizzare anche le risorse del PON della nuova programmazione 2021-2027, per pagare le attività extracurricolari sull’orientamento didattico, con ulteriori 300 milioni di euro.
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