“Siamo totalmente contrari e lo voglio dire con chiarezza alla sola didattica a distanza per le superiori. Ci opporremo“: si può definire duro l’intervento di oggi del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a Rtl 102.5. Interrogato in merito all’ordinanza della Regione Lombardia, che prevede la didattica a distanza come metodologia di erogazione esclusiva per i corsi delle scuole superiori, il primo cittadino milanese ha chiarito che “Non ha senso in questo momento, bisogna alternare didattica in presenza e a distanza così deve essere per tutti gli ordini di scuole”.
Secondo quanto spiegato da Sala, i sindaci della Lombardia ieri hanno sì avuto l’occasione di visionare l’ordinanza, “uscita un po’ di fretta” precisa, “ma eravamo concentrati sul tema del coprifuoco. Questa cosa ci è scappata e da quando ce ne siamo accorti ci stiamo opponendo tutti, oggi [22 ottobre] alle 13 incontreremo di nuovo in video il presidente Fontana“.
La Lombardia non è l’unica Regione ad aver previsto, o sarebbe meglio che dovrebbe prevedere, la didattica a distanza per i propri studenti. Preoccupati dai contagi in continua crescita, oltre a Fontana, gli altri governatori a prendere misure più restrittive rispetto al Dpcm del Governo sono state Campania, Piemonte e Liguria.
Campania: la scuola riprenderà dopo le verifiche al personale
Dal prossimo fine settimana la Regione Campania governata da Vincenzo De Luca potrebbe disporre la sospensione di ogni attività dalle 23 alle 5 del mattino e degli spostamenti dalle 24. La richiesta è già stata avanzata al Ministero della Salute. De Luca ha spiegato: “Volevamo partire dall’ultimo weekend di ottobre, ma partiamo ora per contenere l’onda di contagio. Alle 23 da venerdì si chiude tutto anche in Campania, come si è chiesto anche in Lombardia“.
La Campania ha previsto anche una limitazione degli spostamenti interprovinciali, se non giustificati con autocertificazione. Sul tema della scuola, la didattica in presenza per il momento è prevista solo per i bambini autistici o con disabilità, per tutti gli altri alunni la didattica a distanza è in vigore dal 15 di questo mese. L’obiettivo comunque è di ricominciare lunedì 26 ottobre, solo dopo aver verificato che non vi siano contagi tra il personale.
Piemonte: la scuola è sicura, i trasporti no
Per quanto riguarda la scuola, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha scelto per la didattica mista (in presenza e a distanza) a partire da lunedì 26 per le sole scuole superiori. Un provvedimento che coinvolge circa 136 mila studenti e permetterà di “alleggerire del 50% la presenza degli studenti. La scuola è un luogo estremamente sicuro, ma la stessa sicurezza non sono in grado di garantirla i trasporti“.
Oltre a questo, la Regione Piemonte prevede un parziale lockdown delle attività commerciali: centri commerciali chiusi nel fine settimana, “aperta solo la distribuzione alimentare e le farmacie, i generi cioè di prima necessità“. La decisione di chiudere i centri commerciali in Piemonte nel fine settimana “è una scelta dovuta al fatto che si tratta di luoghi di assembramento importante da un lato, e dall’altro anche per la posizione di confine di alcune nostre zone con la Lombardia. Essendo chiusi i centri commerciali in quella regione vorremmo evitare l’assalto su quelli piemontesi. Un rischio che non vogliamo correre“, ha spiegato Cirio.
Liguria: ogni istituto si autoregola
Da lunedì 26 ottobre fino al 13 novembre nella Liguria di Giovanni Toti la didattica sarà in forma digitale integrata per almeno il 50% dei ragazzi delle classi superiori. L’accordo d’intesa con il ministro della Salute, Roberto Speranza, è stato pensato per avere “un minor affollamento sui mezzi pubblici” per “scendere sotto il 50% di riempimento dei mezzi stessi e consente anche un minor affollamento in entrata e uscita dalle scuole”. Nell’ordinanza è previsto però che siano i singoli istituti, in virtù delle proprie problematiche e possibilità individuali, a scegliere quali provvedimenti e che tipo di sistema adottare.
A partire dalle 12 di ieri, 21 ottobre, in Liguria, inoltre, “è divieto assoluto di assembramento; è divieto di manifestazioni pubbliche e private; le attività di sale gioco, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 5 alle ore 18; prevista la chiusura dei centri culturali e sociali e dei circoli ludico ricreativi, consentendo esclusivamente dalle 5 alle 24 i servizi di bar e ristorazione nel pieno rispetto delle specifiche linee guida adottate per queste attività è nelle scuole di ogni ordine e grado è consentita l’attività di educazione fisica svolta esclusivamente in forma individuale“.