Una partenza con il freno a mano tirato: la scuola è cominciata lo scorso 14 settembre ma a breve subirà già un primo stop. I sindacati, infatti, hanno proclamato uno sciopero per le giornate del 24 e 25 settembre 2020. Oltre al voto per il referendum sul taglio dei parlamentari e per le elezioni amministrative in diverse Regioni, anche le agitazioni sindacali minacciano la ripartenza della scuola. Alcune Regioni come Puglia, Campania, Sardegna, Calabria, Abruzzo e Basilicata hanno deciso di far suonare la prima campanella dopo l’appuntamento elettorale del 20 e 21 settembre, ma, a questo punto, gli edifici potrebbero rimanere chiusi almeno fino al 24.
L’election day del 20 e 21 settembre (per il referendum sul taglio dei parlamentari e per le elezioni amministrative in diverse Regioni) terrà la scuola chiusa fino al 24 settembre: in tale data, infatti, i sindacati hanno indetto uno sciopero. A nulla sono serviti i richiami della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che aveva invitato a ospitare i seggi all’esterno degli edifici scolastici per permettere ai ragazzi di proseguire le lezioni. Pochissime le Regioni che si sono adeguate alle direttive della ministra. Ciò significa che molte scuole chiuderanno in occasione delle elezioni e potrebbero restare chiuse fino al termine delle agitazioni sindacali.
Infatti, Unicobas e Usb (per le scuole dell’infanzia) e Cobas Sardegna e Cub Scuola potrebbero far incrociare le braccia a tutto il personale scolastico: docenti, personale Ata, personale tecnico e amministrativo di tutte le scuole e università di qualsiasi ordine e grado.
La scuola è ripartita in condizioni di emergenza e sono inevitabili i disagi dovuti al sovraffollamento delle classi, alla mancanza di strutture adeguate, al ritardo nelle consegna dei banchi monoposto e alla mancanza dei docenti. Tutti questi motivi, uniti alla necessità di mantenere un certo rigore e rispetto delle norme di contenimento del virus, hanno spinto i sindacati a indire uno sciopero. Dopo la ripartenza del 14 settembre (per la maggior parte delle Regioni) e dopo lo stop previsto per le urne, la scuola si fermerà ancora.
I dirigenti delle scuole medie inferiori e superiori e delle scuole elementari hanno già avvisato i genitori del fatto che nelle suddette giornate (24 e 25 settembre 2020) i servizi scolastici potrebbero non essere garantiti. Con le stesse motivazioni, anche il Comitato di studenti, famiglie e docenti, chiamato “Priorità alla scuola”, scenderà in piazza a Roma sabato 26 settembre 2020. In questo modo non intaccherà l’orario scolastico e porterà all’attenzione delle istituzioni un malcontento diffuso rispetto alla ripartenza della scuola. Alla manifestazione hanno aderito anche Flc Cgil, Cobas, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Confsal e Gilda.
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