Dopo la giornata del 1° maggio che vede come sempre un grande coinvolgimento da parte dei sindacati per i diritti dei lavoratori, scoppia la polemica riguardante il decreto del reclutamento e si va verso lo sciopero generale.
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Il decreto legge contestato è appena arrivato in Gazzetta Ufficiale.
Sciopero generale a scuola
Secondo i sindacati che operano nel mondo scolastico, ossia Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, il decreto legge ”trascura i lavoratori precari e premia solamente coloro che hanno una determinata formazione”.
A tal proposito, il sindacato Anief ha indetto lo sciopero per il 6 maggio per modificare le modalità di accesso, formazione e valutazione degli insegnanti.
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale in questi giorni, il decreto, secondo la segretaria di Cisl Scuola Ivana Barbacci:
”danneggia il personale scolastico guardando solo a chi fa formazione, si tratta di una vera e propria sindrome di Erode manifestata da chi guida la politica delle scuole”.
Anche la segretaria generale di Snals, Elvira Serafini sostiene la stessa cosa e aggiunge:
”il decreto è peggiore di quello riportato nella bozza iniziale, dal momento che sono previsti incentivi legati alla continuità del lavoro nella medesima sede.
Inoltre, la riforma è a costo zero poiché le risorse di tali incentivi provengono dalla cancellazione delle cattedre di potenziamento a partire dal 2026′.
Il Fondo di Incentivazione
Secondo il calcolo dei sindacati avverranno imponenti tagli agli organici di circa 2.000 posti ogni anno fino al 2031, da aggiungere ai pensionamenti.
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Una buona proposta, che trova il feedback positivo dei sindacati, è quella del sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso:
”Credo che la strada più valida sia il doppio canale. Si può definire un bravo insegnante colui che trasmette agli alunni il sapere e non quello che collezione una vasta sapienza di nozioni.”
Dal canto loro i ministri Bianchi e Franco, rispettivamente dell’Istruzione e dell’Economia affermano che le risorse per il Fondo di incentivazione saranno inserite nel decreto legge.
A partire dal 2026 i ministri sottolineano la volontà del Governo di incrementare il fondo.
I sindacati non mollano il colpo e minacciano, se il testo non verrà modificato, lo sciopero generale unitario per la giornata del 6 maggio prossimo.
Già da oggi è in atto la mobilitazione con iniziative e assemblee che hanno riscontrato un grandissimo numero di favorevoli poiché ”quel decreto, così come emanato, è impresentabile ed è importante far arrivare il messaggio”.