In Italia, iscritti negli istituti pubblici o privati sono in totale 8.5 milioni di studenti: il 66% di loro, ovvero 5.6 milioni, torna oggi sui banchi di scuola. Infatti, secondo l’ultimo decreto varato dal Governo, niente più DAD anche in zona rossa per scuole materne, elementari e le prime medie. Le altre classi medie saranno in presenza completa e le superiori dal 50% al 75% solo in zona arancione. Rimarranno dunque a distanza, per ora, il 34,5% degli studenti, equivalente a 2.9 milioni di ragazzi.
Dopo proteste e molti disagi, si torna all’istruzione tradizionale anche grazie al fatto che più del 80% del personale scolastico è stato vaccinato, come ha dichiarato il Presidente dell’Associazione nazionale dei presidi Antonello Giannelli.
I bambini che tornano nelle scuole dell’infanzia sono o 832 mila, quelli delle elementari 1.5 milioni e quelli di prima media 342 mila. Didattica in presenza garantita anche per tutti i ragazzi disabili, con necessità particolari e che hanno bisogno di essere seguiti da insegnanti di sostegno.
Le Regioni con il più alto tasso di studenti in presenza sono Sicilia e Sardegna, che contano una presenza di circa 82/83% (dati Tuttoscuola) .
Se per molti insegnanti e soprattutto genitori il ritorno sui banchi di scuola è un successo dal punto di vista didattico e organizzativo, molti esperti lo considerano un azzardo in questa fase della pandemia.
Non c’è un effettivo protocollo di sicurezza, i mezzi di trasporto sono difficili da gestire in maniera ottimale oltre che controllare l’effettiva sanificazione, non è stato fatto un piano per il tracciamento degli alunni: tutti fattori che destano preoccupazione.
Un altro problema è poi la mancata possibilità di controllare che anche al di fuori dal contesto scolastico alunni e insegnanti rispettino completamente le regole. Secondo Alberto Villani della Società di pediatria, le scuole sono sicure, ma è ciò che accade fuori è il vero problema. Scettici anche Maria Chironna, responsabile del laboratorio Covid del Policlinico di Bari, e il primario dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli.
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