Oggi in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e in buona parte della Sicilia è suonata la prima campanella, dopo che il rientro sui banchi era stato posticipato, rispetto al resto d’Italia, sia per difficoltà organizzative causate dal Covid-19, che per evitare doppie sanificazioni nelle scuole sedi di seggi elettorali. In alcune località, la mancata nomina dei supplenti, il ritardo nell’arrivo dei banchi e la volontà di eseguire test sierologici al personale, hanno indotto i sindaci a posticipare ancora l’inizio dell’anno scolastico.
A Catanzaro gli studenti dovranno attendere il 28 per ritornare in aula. Il sindaco, Sergio Abramo, ha stabilito con un’ordinanza il rinvio delle attività didattiche. Anche a Reggio Calabria, nelle scuole sedi di seggio elettorale, le lezioni riprenderanno il 28. Stessa sorte toccherà agli alunni degli istituti sede di seggi elettorali a Napoli e a tutte le scuole di Torre Annunziata. Ritorno sui banchi il 28 anche per le scuole nei comuni di Andria, Trani, Adelfia e Bitonto. A Olbia le lezioni in presenza ripartiranno il 29 per permettere il completamento dei testi sierologici sul personale scolastico. Posticipata al 1° ottobre la prima campanella a Torre del Greco.
Primo giorno di scuola di due milioni di alunni italiani all’insegna dell’agitazione del personale. Scioperano oggi e domani il personale dirigente, docente, Ata ed educativo aderente alle sigle Usb P-I Scuola, Unicobas Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola. Inoltre, per sabato a partire dalle ore 15,30 a Piazza del Popolo a Roma, è prevista una manifestazione indetta dal Comitato Priorità alla scuola alla quale parteciperanno Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda della scuola.
Dal 14 settembre, ma in alcuni casi anche prima, le scuole italiane hanno riaperto le loro porte a 5,6 milioni di alunni dopo una interruzione delle lezioni in presenza durata circa 6 mesi tra lockdown e pausa estiva, con nuove regole per provare a contenere i contagi da Coronavirus negli istituti: ingressi scaglionati, mascherine, misurazione della temperatura e banchi nuovi. Da nord a sud, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, non sono mancati però i problemi. Molte scuole infatti pochi giorni dopo la riapertura sono state costrette alla sospensione delle attività didattiche alla luce di casi di positività al coronavirus tra gli alunni o tra il personale scolastico.
Per tutti gli studenti già rientrati in classe non sono mancate le difficoltà di adattamento alle nuove regole anti-Coronavirus che hanno modificato radicalmente il modo di vivere la scuola e le lezioni. Secondo quanto emerso da un sondaggio di Skuola.net, effettuato tra tremila studenti di scuole medie e superiori che hanno ripreso le lezioni il 14 settembre, 9 alunni su 10 hanno detto addio allo scambio di penne e matite nonché alla condivisione di libri.
Circa 1 studente su 4 sostiene, addirittura, che la scuola ha dato indicazioni precise anche su dove e come posizionare gli zaini. Regole ferree, nella maggior parte dei casi, anche sulla disposizione degli alunni: 3 su 4 hanno un posto fisso e non possono più cambiarlo.
Complessivamente, il 95% degli studenti dice di avere nuove regole e divieti legati al Covid. Per quanto riguarda la questione banchi, la maggioranza fa lezione in banchi monoposto “classici”, praticamente assenti all’appello quelli di nuova generazione. Il 77% denuncia assembramenti all’entrata di scuola. Infine, famiglie e trasporti in difficoltà nel garantire corse o passaggi negli orari stabiliti dagli istituti.
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