Sulla scuola, in previsione della riapertura di Settembre, sono tante le proposte al vaglio per far fronte alla crisi energetica e contribuire al risparmio. Il prezzo del gas è alle stelle e con esso il costo dell’energia. Anche il mondo scolastico sarà chiamato a fare la propria parte.
In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, si dichiara pronto con tutto il mondo della scuola a fare la propria parte.
Il Preside, però, sottolinea che qualsiasi misura venga presa per fronteggiare questa grave crisi dovrà essere collettiva e non dovrà in nessun modo mai ledere il diritto allo studio.
La delicata fase che stiamo vivendo, come conseguenza della guerra russo-ucraina e delle sanzioni che l’Europa ha mosso verso il Cremlino, fanno si che in tutta l’Unione Europea ci si interroghi su come fronteggiare i rincari e la mancanza di gas.
Da mesi continua il braccio di ferro tra l’Europa e Mosca. Con i primi che non vogliono comprare gas per evitare di finanziare Putin. E con la Russia che, in rappresaglia alle sanzioni chiudono sistematicamente i rubinetti del gasdotto Nord stream con conseguente taglio delle forniture di gas.
Per far fronte a tutto ciò l’Europa ha varato un piano di riduzione dei consumi di gas e tutti i paesi membro della comunità devono rispettarlo.
Si parla di riduzione di consumi del 15%, in Italia grazie alla diversificazione delle forniture ed agli impianti di stoccaggio pieni all’80% questa riduzione sarebbe solo del 7%.
Ecco che il nostro governo oltre a diversificare gli approvvigionamenti di gas ed a pensare ad energie alternative sta mettendo in piedi un piano di riduzione dei consumi.
A fronte di tutto ciò anche la scuola sarà chiamata a fare i suoi “sacrifici”. Tra le ipotesi in campo si parla di un grado in meno sul termostato. Misura questa che però riguarderebbe tutti gli edifici residenziali pubblici e privati e sarebbe contenuta proprio nel pacchetto del Governo.
Anche la settimana corta con la chiusura del sabato sarebbe una ipotesi in campo per gli studenti e gli insegnanti. La settimana corta, però, porterebbe ad una ora in più di lezione giornaliera e, di conseguenza, si ipotizzano ore di 50 minuti.
La settimana scolastica su cinque giorni si andrebbe ad intrecciare anche con il trasporto pubblico. Permetterebbe di razionalizzare il servizio dedicato agli istituti e portando una ulteriore riduzione di gas ed energia. Questo sarebbe stato messo in evidenza dall’Azienda Trasporti Verona.
Ovviamente sia il Presidente Associazione nazionale presidi che alcuni deputati del PD sottolineano che la scuola deve essere messa al primo posto e non sacrificata dinanzi all’ennesima seppur grave emergenza.
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