Oltre il 40% delle scuole è stato fondato non più tardi del 1976. Più della metà non possiede gli attestati necessari per essere dichiarati praticabili e non sono a norma in caso di fuoco dovuto ad incendi.
Nell’arco di circa un anno, per la precisione dal settembre 2021 al luglio 2022, ci sono stati circa 45 casi di caduta improvvisa della struttura e cedimento dei muri e non solo: casi anche di schianti di finestre, staccionate e alberi adiacenti alle scuole.
‘Cittadinanzattiva’ ci informa di alcuni dati: gli avvenimenti sopra citati sono 16 avvenuti nel sud Italia comprese le isole, 10 al Centro, fino ad arrivare al Nord con 19 episodi.
‘Cittadinanzattiva’ continua dicendo che alcuni individui sono stati lesi proprio a causa di tali accaduti anche se non di rado sono episodi avvenuti in nottata o comunque in momenti in cui le scuole erano chiuse al pubblico.
Tenendo in considerazione che oltre il 40% delle scuole è stato fondato non più tardi del 1976, le proprietà immobiliari di quest’ultime è tutt’altro che nuovo ed è mal ridotto. Inoltre, come sopracitato, più della metà delle strutture non possiede gli attestati necessari per essere dichiarati praticabili e non sono a norma in caso di fuoco dovuto ad incendi.
I licei e le scuole superiori di secondo grado sono quelli con più lesioni ed incrinature causate dal fatto di essere strutture particolarmente datate. In più ci sono stati differimenti e grosse sospensioni nell’attribuzione dei fondi alle Province e si è verificato un problema ancora insoluto di tutte quelle aule che contengono un gran numero di alunni.
Il XX Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” fa uscir fuori che: ‘oltre il 40% delle scuole è privo del collaudo statico’. Mentre il DVR (documento di valutazione rischi) dispone del 77%.
Nell’arco di un anno che va dal settembre 2021 all’agosto 2022, ‘Cittadinanzattiva‘ ha computato circa 90 episodi del genere che spaziano in tutta l’italia iniziando dal Nord con Lombardia, Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna, passando per il Centro con Toscana e Lazio, arrivando al Sud in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Le regioni che hanno le scuole in zone con un alto rischio sismico sono 11. Mentre tutte le altre, esclusa la Sardegna, hanno strutture in zone con rischio medio-alto. In tali zone, è stato fatto un calcolo, ci sono circa quattro milioni e 300mila tra bimbi e adolescenti che frequentano le scuole delle zone sopracitate.
Ad aggravare la situazione ci sono poi le prove di evacuazione che, nonostante sia doveroso farle come minimo due volte l’anno, purtroppo solo nella metà degli istituti scolastici sono state effettuate.
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