Secondo un’indagine Gimbe, le scuole non disporrebbero di impianti di aerazione: sarà obbligatorio, dunque, indossare la mascherina?
Gli istituti – inclusi nell’indagine Gimbe – non sarebbero tutti dotati di impianti di aerazione, pertanto, il rischio è quello di tornare in classe a settembre con la mascherina. Tali impianti sono fondamentali per contrastare la diffusione del virus e permettere un normale svolgimento delle lezioni senza i dispositivi di protezione. Ecco quanto emerge dall’indagine.
A settembre a scuola nuovamente con la mascherina? Probabile. Secondo l’indagine Gimbe, emerge un dato molto importante, che fa valutare nuovamente l’uso dei dispositivi di protezione anche per il nuovo anno scolastico.
Solo 9 dei 312 istituti inclusi hanno proceduto all’installazione di impianti per filtrare l’aria.
La mancanza di questi di strumenti di aerazione e ventilazione non permetterebbero, dunque, di ritornare tra i banchi di scuola senza le mascherine. La qualità dell’aria, dunque, non garantirebbe una adeguata protezione e salvaguardia dalla diffusione del virus e delle sue molteplici varianti.
La disinfezione delle superfici, infatti, è una buona abitudine, ma non basta, dunque, a garantire un ambiente scolastico sano, senza l’attivazione degli impianti di aerazione.
Il 76,2% delle scuole che hanno partecipato all’indagine hanno affermato di aver ottenuto un numero di mascherine chirurgiche superiore alle loro reali esigenze. Non solo: secondo quanto emerge dai dati registrati, ci sarebbero delle difficoltà relativem al tracciamento, da parte delle ASL, di un caso su tre.
Il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, afferma che proprio la mancanza di impianti che garantiscano un’adeguata ventilazione e areazioni delle classi è il “tallone d’achille” dell’intera situazione che porta, pertanto, a pensare che i ragazzi dovranno necessariamente iniziare il nuovo anno scolastico accompagnati dalla mascherina.
Gran parte degli istituti, non avendo a disposizione impianti di aerazione meccanica, hanno optato per il protocollo “finestre aperte“, che – in definitiva – è quello più economico e semplice da applicare, anche se non sufficiente a garantire totalmente un ambiente sano.
C’è, però, un dato positivo: per quel che concerne l’igiene delle mani le scuole italiane sono promosse, anche se un po’ meno per quel che riguarda il controllo della temperatura.
Come sottolineano Nino Carabellotta, presidente di Fondazione Gimbe e lo stesso Giannelli, l’indagine mostra le “varie criticità” alle quali bisognerebbe porre rimedio prima che gli studenti inizino il nuovo anno scolastico.
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