C’è una buona notizia per le famiglie italiane in difficoltà economica: esiste un reddito a cui corrisponde l’esenzione dal pagamento delle tasse.
Tra le tasse che i contribuenti sono tenuti a pagare, spicca l’IRPEF. Alcuni, però, potrebbero esserne esentati. Vediamo perché.
Tasse: le novità sull’IRPEF
Tra le tasse che gli italiani sono tenuti a versare, spicca l’IRPEF ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche. La Legge di Bilancio ha introdotto alcune novità sul calcolo di questa tassa. Per calcolarla, infatti, sono cambiate alcune modalità. Sono previste, ad esempio, 3 aliquote e sono stati ridefiniti gli scaglioni.
In particolare, il primo scaglione (23% fino a 15mila euro percepiti) sarà ampliato per inserirvi diversi lavoratori dipendenti. Benché i numeri effettivi ancora non sono stati rilasciati, ci sono numerose ipotesi. Tanto che la Fondazione nazionale commercialisti ha simulato i pagamenti dell’Irpef basandosi su tre tipi di reddito (dipendente, pensionato e autonomo). La simulazione ha riguardato anche quattro diverse soglie di reddito (ovvero 20000, 35000, 50000 e 60000). Gli scenari ipotizzati sono stati tre e confrontati con lo stato attuale delle cose.
Tirando le somme è emerso che alcune categorie di lavoratori potrebbero essere esentate dal pagare questo genere di tasse.
Come non pagare l’IRPEF
In genere, tutte le famiglie devono pagare l’IRPEF. Se si verificano alcune situazioni particolari ciò potrebbe non accadere. In particolare, chi è un lavoratore dipendente o un libero professionista è generalmente obbligato al pagamento dell’IRPEF, mentre alcuni contribuenti potrebbero non dover pagare questa tassa, anche se non lo sanno.
Fino all’anno scorso, per i redditi imponibili, la legge prevedeva delle detrazioni d’imposta. A beneficiarne erano i soggetti che non andavano oltre una certa somma di guadagni. Praticamente, dunque, tali soggetti vedevano l’imposta abbattuta oppure scendere a 0, non dovendo corrispondere, dunque, la tassa.
Alcuni redditi, infatti, sono esentati dal pagare alcune tasse. Tra questi ci sono: troviamo le rendite INAIL e i redditi annui lordi più bassi di 8.000 euro. In questi casi, l’IRPEF non viene applicata, ma è necessario notificare l’esenzione all’INPS oppure al proprio capo. Quest’ultimo si occuperà di applicare l’esenzione all’imposta direttamente sullo stipendio. Se l’IRPEF è stata erroneamente versata, si può fare richiesta di rimborso. Ciò può avvenire attraverso la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 o tramite il modello unico.
Alcuni contribuenti sono esonerati dal presentare la dichiarazione dei redditi se i loro redditi di qualsiasi tipo non superano i 3.000 euro. Tuttavia, presentare la dichiarazione dei redditi è comunque importante per verificare se spettano deduzioni, detrazioni non attribuite e per richiedere il rimborso delle eccedenze pagate.
Ricapitolando, chi percepisce un reddito di 15.000 euro, la tassa da versare sarà di 3.450 euro. Fino a 8.174 euro, però si prevede un’area non tassabile. I lavoratori che non superano tale quota, infatti, non dovranno pagare l’IRPEF.