In seguito all’accoltellamento di Niccolò Bettarini, il diciannovenne figlio del calciatore Stefano e della presentatrice tv Simona Ventura, avvenuto fuori dalla discoteca Old Fashion di Milano, lo scorso primo luglio, il Questore di Milano, Marcello Caardona, aveva ritenuto opportuno chiudere l’esercizio commerciale in attesa che venisse chiarita meglio la dinamica dell’aggressione. In generale una discoteca in cui una rissa si può trasformare facilmente in un accoltellamento è un luogo che le forze dell’ordine devono controllare e, per farlo, può essere necessario un momento di sospensione dalla normale attività.
In attesa della prima udienza, durante la quale un giudice avrebbe stabilito le misure necessarie sia nei confronti degli aggressori che delle altre persone potenzialmente coinvolte, a vario titolo, nel delitto, il gestore della discoteca aveva chiesto e ottenuto dal Tar la riapertura provvisoria dell’attività commerciale, visto che a breve ci sarebbe stata l’udienza che avrebbe chiarito la loro posizione. La riapertura predisposta dal Tar non ha dichiarato illegittima l’ordinanza del Questore, bensì l’ha sospesa in attesa che il Tribunale emanasse una decisione definitiva, affinché venisse garantito all’esercente il normale svolgimento dell’attività nell’attesa della sentenza. Fin qui, comunque, è tutto corretto e naturale: ciascuno fa, giustamente, la propria parte.
Alla serata di riapertura dell’Odl Fashion, però, ha partecipato un personaggio inaspettato, non certo perché egli non abbia il diritto di frequentare discoteche, ma perché il suo ruolo istituzionale gli avrebbe dovuto impedire di mostrarsi dalla parte di chi, giustamente secondo la propria logica di mercato, aveva di fatto richiesto la sospensione di un provvedimento del Questore di Milano. A quella serata ha, infatti, partecipato il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Ora è necessaria una breve digressione: il Questore è un dipendente del Ministero dell’Interno. La presenza di Salvini all’Old Fashion ha, quindi, di fatto delegittimato l’operato di Marcello Cardona, in qualità di delegato per Milano e provincia – proprio dal Ministero dell’Interno – alla gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Il Ministro dell’Interno, inoltre, si è fatto ritrarre in una fotografia accanto al gestore del locale, come a voler dire a tutti, forse soprattutto al suo sottoposto (di funzione, non gerarchico), “ecco da che parte sto”. Questore di Milano e gestore si trovano in questo momento, necessariamente, da due parti opposte della barricata. E Salvini ha deciso di non stare dalla parte di chi deve garantire la giustizia e la sicurezza.
La Vicesindaca di Milano ha, infatti, dichiarato su Facebbok: “Il Ministro Salvini festeggia la riapertura di un locale chiuso dalle Forze dell’Ordine delegittimando le indagini per la brutale aggressione di inizio mese”.
Certo, per molti questo non sarà un comportamento grave del Ministro, ma se fosse stato vostro figlio quello accoltellato in quella discoteca l’avreste presa con la stessa leggerezza? E sarete contenti se i vostri figli andranno a ballare in una discoteca in cui non si sa se potranno stare tranquilli?
Quali siano, invece, le motivazioni che hanno spinto Salvini ad andare in quella discoteca non possiamo saperle, ma solo immaginarle, ciascuno con la propria fantasia.