Se nuotando vedi queste bolle al mare, dovresti scappare velocemente, perché probabilmente ti trovi sopra un vulcano sottomarino.
I vulcani, affascinanti meraviglie della natura, sono pericolosi perché possono emettere gas tossici, cenere e lava. Questo è quello che sappiamo tutti. Ciò che invece in pochi sanno è che anche i vulcani sottomarini sono potenzialmente pericolosi, forse anche più di quelli terrestri. Per questo, se nuotando vedi queste bolle al mare, è il momento di scappare: potresti trovarti nei pressi di un vulcano sottomarino.
Se vedi queste bolle al mare sei vicino ad un vulcano sottomarino
Come mai delle bolle nell’acqua dovrebbero farci preoccupare? Partiamo con il dire che non si tratta di semplici bollicine, ma di grandi bolle diverse dal solito. I vulcani sottomarini, infatti, rivelano generalmente la loro presenza emettendo dei getti di residui rocciosi e vapore che finiscono in alto, oltre la superficie del mare.
A volte, però, producono delle semplici tasche di gas che arrivano in superficie “in incognito”, ma sono talmente potenti da destabilizzare persino l’equilibrio di navi di grandi dimensioni. Una ricerca dell’Alaska Volcano Observatory, negli USA, ha infatti dimostrato che se un vulcano sottomarino produce grandi quantità di gas sotto forma di bolle, queste possono arrivare ad avere le dimensioni di uno stadio.
Lo studio prendeva in esame esempi pratici di questo fenomeno. Nel 2017, ad esempio, nell’arcipelago delle Isole Aleutine, nel Pacifico, il vulcano sommerso Bogoslof ha prodotto delle bolle di gas enormi. Alcune di queste arrivavano a superare l’ampiezza dello stadio più grande del mondo, quello di Singapore, che vanta ben 310 metri di larghezza!
In molti penseranno che un fenomeno del genere sia da attribuire a grandi vulcani che si trovano a profondità enormi, ma in realtà non è così. Il Bogoslof si trova soltanto a 100 metri sotto la superficie, ed è anche coperto dai resti di eruzioni precedenti.
Nonostante ciò, è in grado di produrre bolle di gas in grado di ribaltare una nave di enormi dimensioni. Tant’è che molti dei marinai di navi di passaggio hanno raccontato che generalmente si può osservare un’enorme cupola nera emergere dall’oceano prima di un’eruzione.
Analisi di un fenomeno strabiliante
Prima dello studio del 2017 i dati a disposizione riguardo a questo fenomeno non erano molti, anche perché studiare bolle del genere da vicino è estremamente pericoloso. Per questo, i ricercatori impegnati nello studio hanno analizzato il comportamento del vulcano Bogoslof a distanza.
Per farlo hanno utilizzato per 9 mesi dei microfoni a bassa frequenza posizionati nell’oceano, precisamente ad una distanza di 59 chilometri a sud del vulcano. Nei 9 mesi di studio, il vulcano ha eruttato più di 70 volte. Fatto interessante, prima di ogni eruzione i ricercatori hanno rilevato un particolare rumore che occorreva sempre, per pochi secondi.
Durante i pochi secondi in cui il vulcano emetteva quel suono, le bolle di gas crescevano e si allungavano fino a raggiungere diametri enormi, e poco dopo collassavano su loro stesse, dando spazio all’esplosione. Secondo i dati rilevati, le bolle osservate hanno raggiunto addirittura 440 metri di diametro.
Riguardo al meccanismo alla base della loro formazione, gli scienziati hanno ipotizzato che tali bolle si creino quando la lava fuoriuscita dal vulcano sottomarino entra in contatto con l’acqua e si raffredda, dando vita ad un tappo piazzato proprio sopra la bocca del vulcano.
A quel punto, sotto il tappo si crea una bolla formata da anidride carbonica, vapore acqueo del vulcano e anidride solforosa, la quale spinge via il tappo, per poi esplodere e dar luogo alla vera eruzione.
La lezione quindi è chiara: grandi bolle in mare non sono mai un buon segno, meglio darsela a gambe!