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Cronaca

Sea Watch 4: paura per un migrante trasferito a Licata

Durante la notte del 21 giugno, la Capitaneria di Porto di Porto Empedocle in Sicilia, ha avviato un’attività di soccorso in mare. A bordo della Sea Watch 4, un uomo accusava dolore al petto con una possibile ischemia miocardica. Il 118 ha poi portato l’uomo al pronto soccorso dove è stato curato.

Sea Watch 4 – Nanopress.it

Un migrante passeggero della Sea Watch 4, originario del Bangladesh, nella notte di ieri ha perso conoscenza più volte, dopo aver accusato forti dolori al petto.

Prontamente è stata avvertita la Capitaneria di Porto che lo ha trasferito con una motovedetta sulla terra ferma, dove è stato poi affidato alle cure del 118.

La Sea Watch 4

Ad oggi si contano numerose richieste da parte di migranti che chiedono disperatamente aiuto e un porto sicuro.

Le navi Ong, ovvero di organizzazioni non governative e senza fini di lucro, sono principalmente due: la Sea Eye 4 e la Sea Watch 4.

Da tempo ormai sono richiesti degli aiuti su queste imbarcazioni che trasportano i migranti in lunghi viaggi a dir poco pericolosi.

La finalità di queste imbarcazioni è quello di poter salvare quante più vite di migranti in mare aperto. Attualmente sono due le navi più conosciute che ospitano 476 e 312 migranti l’una.

Un centinaio di queste persone sono minorenni.

Aita Mari l’imbarcazione Omg spagnola

Un’altra nave umanitaria è l’Aita Mari.

Anche questa imbarcazione spagnola è attualmente in mare e ha a bordo un quantitativo di circa 112 persone, portate in salvo da vari recuperi in mare messi in atto per salvare la vita a diversi migranti in difficoltà.

Gli attivisti che hanno soccorso queste persone, denunciano più volte le situazioni che sono portati a patire i passeggeri, in quanto a volte restano a bordo settimane.

Ad oggi i migranti presenti su questa nave hanno dormito a bordo 6 notti.

Tra adulti e bambini, che spesso si ritrovano a dover dormire ammassati e per terra, aumentando sempre di più le tensioni, dettate anche dalla lunga permanenza in mare.

Sarebbe perciò necessario trovare dei porti sicuri dove poter far sbarcare questi migranti.

Alessia Giannone

Classe 1997, amante dei viaggi e di tutto ciò che ancora non conosco. Esperta di cronaca e attualità

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