In un lunga intervistata pubblicata da Dossier Center, un ex ufficiale di sicurezza russo, Gleb Karakulov, il più alto di grado dell’intelligence nella storia recente della Russia a disertare in Occidente, ha raccontato alcuni passaggi di come vive Vladimir Putin, in autoisolamento, in costante paranoia e senza cellulare.
L’ingegnere, che lavorava per l’Fso, è scappato in Turchia con la sua famiglia a ottobre e ha lanciato un appello ai suoi connazionali dicendo di non seguire più “gli ordini criminali di questo criminale di guerra“. Karakulov ha anche precisato, però, che il presidente russo non è affatto malato, come da tempo si vocifera, meglio ha degli acciacchi sì, ma probabilmente dovuti all’età (ha compiuto 70 anni il 7 ottobre), quindi niente di preoccupante.
“Putin non è malato, ma è paranoico ed è un criminale di guerra”, ecco il profilo tracciato dall’ex funzionario dell’intelligence russo scappato a ottobre in Turchia
Gleb Karakulov è, a tutti gli effetti e secondo quanto dicono da Dossier Center, che ha verificato la sua identità, il più alto funzionario dell’intelligence russa a disertare in Occidente. Da ottobre del 2022, qualche mese dopo che è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate di Vladimir Putin, l’allora ingegnere del Servizio di protezione del presidente (Fso), si è rifugiato in Turchia e ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti in merito all’oligarca.
“Nel febbraio 2022 è scoppiata una guerra criminale e non potevo più scendere a compromessi con me stesso. Non potevo restare al servizio di questo presidente. Lo considero un criminale di guerra“, ha iniziato Karakulov in una lunga intervista al sito del gruppo investigativo con sede a Londra finanziato dall’oppositore russo Mikhail Khodorkovsky.
Non solo, però, perché oltre al monito lanciato ai suoi ex colleghi – “Non seguite più gli ordini criminali di questo criminale di guerra“, ha detto -, l’ex funzionario dell’intelligence ha parlato anche di Putin e di tutti i suoi tic e le sue manie. “Il programma di lavoro del presidente – ha raccontato – è estremamente serrato ed è sempre circondato dal personale di sicurezza, molte persone, quindi, no, sarebbe problematico avvicinarsi a lui e, per esempio, chiedergli: ‘Come stai?’“.
Putin, ha spiegato ancora, lavora tanto, e lo si può notare anche dai suoi viaggi – Karakulov ha preso parte a 180 missioni in tredici al servizio del presidente – e, ha precisato, “non va a letto fino alle 2 o 3 del mattino, ora di Mosca“. Tra le paranoie raccontate dallo 007 c’è anche quella che il numero uno di Russia non usa un telefono cellulare: “Voglio dire – ha detto ancora -, in tutti i miei anni di servizio, non l’ho visto una volta con un cellulare. Durante i viaggi di lavoro, se accompagniamo il presidente, di solito c’è un’altra persona che viaggia con noi, che si occupa di Internet“.
Nel merito della salute, l’ex funzionario scappato durante una missione in Kazakhistan con la sua famiglia ha detto che Putin non ha nessun problema e se anche ci fossero “devono essere dovuti alla sua età. Be’, probabilmente li ha. Ma non è niente di troppo serio, immagino. Gode di una salute migliore di molte altre persone della sua età“. Dopo tutto, ha spiegato ancora, era diventato un ossessionato del Covid, aveva paura di prenderlo e anche ora che sono cadute le restrizioni per la pandemia, il presidente “si autoisola e tutti dobbiamo osservare una rigida quarantena per due settimane prima di qualsiasi evento“.
Anche per i viaggi in treno, il mezzo più sicuro per i suoi spostamenti, perché, ha spiegato, a lui non piace il fatto che gli aerei possano essere rintracciati e preferisce la segretezza di un vagone ferroviario, simile a tutti gli altri per confondersi con le altre carrozze della Russia, la sua squadra si deve e si doveva muovere rispettando le stesse regole.
In conclusione, Karakulov ha spiegato anche che Putin ha allestito uffici identici in più sedi, riprendendo gli stessi dettagli, dalla scrivania fino alla tappezzeria, ed è anche per questo che i rapporti ufficiali a volte dicono che si trova in un posto quando in realtà è in un altro. L’ex funzionario infatti ha raccontato che quando si trovava a Sochi, i funzionari della sicurezza fingevano deliberatamente che stesse partendo, facendo arrivare un aereo e facendo partire un corteo di auto, mentre in realtà rimaneva. “Penso che questo sia un tentativo di confondere, in primo luogo, l’intelligence e, in secondo luogo, di evitare tentativi di assassinio“, ha concluso.