Ancora non si sa neanche la data ufficiale, eppure per le regionali del 2023 in Lombardia c’è già un grande chiacchiericcio. Attilio Fontana, governatore uscente in quota Lega, probabilmente sarà il candidato unitario del centrodestra, specialmente ora che la sua vice, meglio ex vice, Letizia Moratti, ha lasciato il palazzo e i suoi ruoli in Giunta. Con chi andrà, però, l’ex sindaca di Milano ancora non si sa. Qualche segnale è arrivato oggi, quando è scesa in piazza per la pace accanto al terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi.
Ma proprio dai due leader di Azione e Italia Viva è arrivata una proposta per il Partito democratico: fare un ticket con Carlo Cottarelli, economista e ora senatore nei fila dei dem. L’ala più riformista dello schieramento, che è anche quella minoritaria, potrebbe anche starci, ma così facendo si lascerebbero indietro non solo pezzi del Pd, ma anche i rossoverdi, alleati nella coalizione di centrosinistra alle elezioni del 25 settembre, e il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte. Delle decisioni in merito potrebbe arrivare addirittura domani, intanto un sondaggio ha fotografato come Moratti riuscirebbe a tornare a Palazzo Lombardia da governatrice se ci fosse solo lei a sfidare il leghista.
All’Arco della Pace, a Milano, Letizia Moratti è arrivata per ribadire il suo no alla guerra e il sostegno, senza sconti, al popolo dell’Ucraina, invasa il 24 febbraio dalle forze armate della Russia di Vladimir Putin. La manifestazione, organizzata lo stesso giorno di quella di Roma sugli stessi temi, è un’iniziativa specialmente del terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma sono stati presenti anche alcuni esponenti del Partito democratico, quelli più vicini (ai tempi) all’ex presidente del Consiglio fiorentino.
E Carlo Cottarelli, nuovo eletto senatore dem e probabile anche candidato per la regione Lombardia per lo schieramento di Enrico Letta. Quello dell’economista, però, non è l’unico nome che circola negli ambienti del centrosinistra, perché anche la stessa ex vice governatrice lombarda potrebbe correre per prendere il posto al suo “nemico” Attilio Fontana.
Ma la situazione è molto più complicata di così. La presenza di Moratti al corteo per la pace milanese, infatti, non è un caso o un semplice segno del destino, ma il disegno che il già eurodeputato e fondatore di Azione ha in mente. A questo proposito è intervenuto il suo alleato, che ha spiegato come nei prossimi giorni si deciderà chi sarà il candidato ufficiale, anche se pure lui l’idea dell’ex inquilina di Palazzo Marino è piaciuta.
“Per quello che mi riguarda – ha spiegato Renzi – trovo particolarmente interessante che ci sia una candidatura proveniente da centrodestra in Lombardia e più proveniente dal centrosinistra nel Lazio. Due candidature che danno il senso di un’operazione riformista. Moratti ha avuto il coraggio di dire che i provvedimenti pro no vax sono un errore l’ho molto apprezzato. Ma ci siamo decisi i compiti e sarà Calenda a gestire questo dossier, sempre d’accordo con noi ma in prima persona“.
Il progetto di Calenda, in realtà, è un po’ più grande di così, e infatti torna in ballo l’economista ed ex commissario alla spending review che potrebbe anche accettare di buon grado l’eventuale ticket con l’ex presidentessa Rai – a testimoniarlo, tra l’altro, anche una cordiale stretta di mano alla manifestazione.
Peccato, ancora, che la proposta del senatore del terzo polo non abbia accontentato tutti nel Partito democratico, specialmente chi, come Pierfrancesco Majorino, europarlamentare dem, ha detto che rimarrebbe solo pur di non votare una donna che è, a tutti gli effetti, di centrodestra – al massimo di sinistra, è la cognata e moglie dell’ex presidente dell’Inter Massimo, Milly, sempre vicina alle istanze ambientaliste.
Dello stesso avviso, per giunta, c’è anche Tino Magni, senatore eletto tra le fila dell’alleanza tra Europa Verde e Sinistra italiana – e che alle politiche del 25 settembre facevano parte della coalizione del centrosinistra -, che ha ragionato sul fatto che l’alternativa, anche a un campo avversario diviso, non può essere rappresentata da Moratti.
Insomma, non l’hanno voluta dalla maggioranza di governo, e a lei hanno preferito il presidente uscente, non la vogliono neanche dalle opposizioni – non tutte, chiaro. E dal Pd, per giunta, pensano anche a Pierfrancesco Maran, assessore nella giunta di Beppe Sala a Milano, anche lui contro l’ex vice governatrice.
Si deciderà, e ci sarà tempo, anche domani in una mini assemblea del partito con gli esponenti lombardi che si preannuncia infuocata. Intanto, però, non si possono non tenere in conto i sondaggi. In uno realizzato da Winpoll per Repubblica, tenendo conto solo dei nomi che stanno circolando, e quindi senza tenere conto di eventuali coalizioni, Moratti sarebbe l’unica in grado di battere Fontana per la guida della regione.
Per mille degli intervistati, infatti, se i candidati fossero solo lei e il governatore uscente, lui raccogliere il 43%, mentre l’ex sindaca di Milano arriverebbe al 49%. Numeri diametralmente opposti, poi, si registrerebbero se al posto dell’ex ministra per la Pubblica istruzione e la Ricerca del governo di Silvio Berlusconi ci fosse Cottarelli. In quel caso, il leghista vincerebbe con il 51% delle preferenze contro il 43% dello sfidante del Partito democratico.
Se, ancora, Fontana dovesse sfidare Majorino, il gap sarebbe ancora più ampio: con il 53% contro il 39%. Leggermente più ridotta sarebbe, infine, la differenza se al presidente in carica venisse contrapposto Maran, che raccoglierebbe sempre il 39% dei consensi contro il 52,5% di quelli per il leghista.
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