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Categories: Cronaca

Segni degli zingari sui citofoni delle case: come riconoscerli

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Ci sarebbero dei segni degli zingari lasciati sui citofoni delle case. Il tutto corrisponderebbe ad un vero e proprio codice, che si situa a metà fra leggenda metropolitana e riconoscimento da parte delle stesse forze dell’ordine. In particolare sono stati ritrovati varie volte dei simboli, i quali presumibilmente sono lasciati dai nomadi, come tecnica utilizzata per rubare all’interno delle abitazioni. La tecnica sarebbe molto semplice e implicherebbe l’azione di donne e bambini. Questi ultimi fingono di chiedere l’elemosina e, allo stesso tempo, controllano se ci sono le condizioni, perché i complici possano entrare in azione.

Le donne e i bambini effettuerebbero una specie di sopralluogo, lasciando dei segni sui citofoni, che descrivono le condizioni per effettuare un colpo o meno. Sarebbe una sorta di codice di solidarietà, che favorirebbe i furti. Non tutti, però, sono d’accordo sulla possibilità che tutto ciò corrisponda al vero.

Bufala o verità?

E’ difficile dire se si tratti di una bufala o di realtà. In ogni caso le forze dell’ordine ammetterebbero di avere dei riscontri precisi. Ultimamente circola in rete un documento, che riporta tutti i simboli rientranti in questo presumibile codice. Esso risalirebbe al 1997. Se ne sono occupati parecchi giornali e la stampa non esclude che la faccenda sia finita sul tavolo del ministro dell’Interno, proprio nel mese di giugno del 1997, quando il senatore della Lega Luigi Peruzzotti chiedeva di diffonderlo, affinché i cittadini potessero agire con più sicurezza.

Sono molti i dubbi, anche perché ci si chiede che senso avrebbe continuare a tramandare, da parte dei diretti interessati, un codice, il cui significato è ben noto alle eventuali vittime. Spesso gli stessi simboli appaiono come fonti di contraddizioni. Ad esempio, a questo proposito, non si capisce che senso avrebbe indicare ad altri gruppi che una casa sia stata svaligiata da poco tempo.

Sta di fatto che la cultura degli zingari è prettamente orale; i loro rapporti con la scolarizzazione sono molto diffidenti e questo farebbe credere che difficilmente possano ricorrere ad una forma che comunque richieda degli elementi di alfabetizzazione.

C’è chi dice addirittura che il codice sarebbe di origine francese, ma le notizie sull’argomento sono piuttosto incerte. Inoltre, come fanno notare alcuni, il codice potrebbe essere interpretato anche da altri ladri, che potrebbero approfittare della situazione. Perfino alcuni sociologi si sono occupati di questa forma di “linguaggio”, ma tutto rimane legato all’imprevedibilità e al sentito dire.

Il servizio delle Iene

Matteo Viviani, per Le Iene, ha realizzato un servizio specifico sull’argomento. L’inviato ha illustrato il significato degli strani simboli che molte volte vengono trovati accanto ai citofoni e ha spiegato tutta la faccenda secondo la quale essi sarebbero rapportabili all’azione degli zingari, per i furti in casa. Matteo Viviani si è recato personalmente ad effettuare una ricerca, controllando i citofoni di un quartiere di Milano e si è impegnato nel cercare di capire quanto ci possa essere di vero. Alcuni riscontri ci sono stati, a partire da case derubate, in corrispondenza delle quali era segnata una x, a proposito della presenza nello stabile di un agente di Polizia in pensione, indicato con il suo simbolo particolare, e perfino su un’abitazione, il cui proprietario possiede un cane, anche questo specificato sul citofono.

L’inviato delle Iene ha intervistato le forze dell’ordine, mostrando come esse siano a conoscenza di questi riscontri. Inoltre ha provato ad entrare in alcuni campi rom, per chiedere se gli zingari sapessero qualcosa a proposito del famigerato codice. I nomadi non hanno fatto altro che rimandare ad altri le eventuali responsabilità, indicando varie etnie come possibili conoscitori del significato dei simboli.

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Cosa fare?

Nel dubbio, ci si chiede che cosa si debba fare. Certamente ci si può preoccupare di cancellare i segni, che magari potrebbero riferirsi anche ad anni passati e a precedenti proprietari. In genere basta semplicemente raschiare via questi segnali, per impedire che eventualmente venga seguito un percorso stabilito, se tutto ciò dovesse corrispondere a verità.

Inoltre è bene sempre essere prudenti, perché, anche se un’abitazione non riporta segni specifici, è logico che non è detto che non possa essere sottoposta a dei furti. Non serve nemmeno esasperare questo argomento, accogliendo comunque il beneficio del dubbio, perché altrimenti si rischierebbe di incentivare fenomeni di odio e di vero razzismo nei confronti dell’altro. Sostanzialmente è meglio fare attenzione, senza diffondere allarmismi che potrebbero anche rivelarsi privi di fondamento.

Giorgio Rini

Giorgio Rini è stato collaboratore di Nanopress dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di politica, cronaca e spettacoli.

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