Eccoci ancora una volta alle prese con i segni di punteggiatura in italiano. Questa volta andiamo a conoscere meglio l’apostrofo. Si tratta di un carattere tipografico usato nelle lingue scritte che derivano dall’alfabeto latino. Diciamo che non è proprio un segno ortografico, a volte viene inserito nei segni d’interpunzione, anche se sarebbe più corretto indicarlo come segno paragrafematico o anche segno diacritico. Ricordiamo come nelle tastiere elettroniche venga spesso sostituito dal carattere apice ( ‘ ) perché si è pigri e non si ha voglia di utilizzare tutte le volte la codifica caratteri specifica.
In italiano l’apostrofo si usa per indicare l’elisione e in alcuni rarissimi casi anche il troncamento. Diciamo che nella lingua italiana la norma ortografica prevede che l’apostrofo si usi di solito durante tre fenomeni linguistici:
l’elisione, dov’è sempre obbligatorio
in rari casi di troncamento ben codificati
nelle aferesi, soprattutto quando si accorciano le date scritte in numeri, ad esempio il ’77.
Attenzione particolare va fatta alla presenza dell’apostrofo in caso di articoli indeterminativi soprattutto nei contesti in cui il sostantivo non permette di capire il genere del soggetto: un si apostrofa solo quando il sostantivo che segue è femminile, altrimenti niente apostrofo. Infatti scrivere un artista indica che quel un è troncamento di uno e quindi l’artista sarà un uomo; scrivere un’artista, invece, indica che quel un è elisione di una e che quindi l’artista sarà una donna.
Spesso l’apostrofo viene messo erroneamente là dove non dovrebbe andare, ovvero in caso di semplici troncamenti, dando così origine ad alcuni dei più diffusi errori ortografici come qual’è e fin’ora che in realtà andrebbero scritti senza apostrofo, quindi qual è e fin ora o finora.
Nell’inglese, invece, l’apostrofo si usa in svariati casi:
come abbreviazione: per esempio gov’t per government, li’l per little, playin’ per playing oppure ’70s per 1970s
come contrazione: per esempio can’t per cannot o per forme come don’t per do not e won’t per will not
come possessivo nel genitivo sassone: per esempio Alice’s car per The car Alice owns
in poesia per eliminare una vocale muta, solitamente una e, che quindi non viene pronunciata e fa diminuire di una il conteggio delle sillabe.
E’ molto diffuso, come dicevamo, l’uso del segno del minuto primo ( ‘ ) al posto dell’apostrofo ( ’ ) e questo perché né le tastiere dei computer né quelle delle macchine da scrivere hanno a pronta disposizione il corretto apostrofo tipografico. Però tutti i sistemi operativi hanno questo carattere; MacOS: sulla tastiera italiana, premere alt-shift-3; Linux: sulla tastiera italiana, premere AltGr-shift-B; Microsoft Windows: tenendo premuto alt, digitare 0146. Tuttavia ricordatevi prima di fare queste prove di attivare il supporto Unicode, altrimenti potrebbero saltare fuori dei caratteri diversi a seconda del sistema usato.
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