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Categories: Cultura

Segni di punteggiatura in italiano: la virgola, ortografia e grammatica

Questa settimana dedichiamoci ad uno dei segni di punteggiatura più usati in italiano: stiamo parlando della virgola. Dal punto di vista grafico, sembra un punto fermo che viene allungato verso il basso e verso sinistra. Interessante la sua etimologia: deriva dal latino virgula, -ae che tradotto significa ‘bastoncino, piccola verga’, chiaro riferimento alla sua forma. La virgola è de facto il più breve segno di pausa che possiamo utilizzare, nella lettura infatti corrisponde a un piccolissimo intervallo della voce.

Precisiamo che nella lingua italiana le regole che determinano l’utilizzo della virgola, a differenza di quanto accade con il punto fermo, sono tantissime e abbastanza complicate. Per comodità vi forniamo un breve riassunto:

– la virgola deve essere utilizzata per dividere i singoli elementi paralleli di una lista o di un elenco. Esempio: ‘Per fare la pizza servono: la farina, il lievito, l’acqua, un pizzico di sale, la mozzarella, la passata di pomodoro’

– la virgola viene utilizzata per separare la proposizione dipendente (o secondaria) dalla proposizione reggente da cui dipende (la principale). Questo può avvenire in tre distinti casi:

a) Quando la secondaria precede la principale: ‘Se fossi ricca, viaggerei sempre’
b) Quando la secondaria segue la principale: ‘Nella foresta vivono tantissimi animali, perché le condizioni ambientali sono favorevoli alla vita’
c) Quando la secondaria è inserita all’interno della principale (si parla di inciso in questo caso): ‘Il mio migliore amico, che è un cane, è molto simpatico’

In questi casi, ovviamente non si usa la virgola quando la proposizione secondaria è direttamente collegata a quella principale: ‘Non devi fare il bagno dopo mangiato se non vuoi rischiare una congestione’

– la virgola viene utilizzata per separare proposizioni tra di loro indipendenti, ma connesse in qualche modo logicamente fra loro: ‘Il cane corre nel prato, vede uno scoiattolo, si ferma, lo punta e poi lo insegue’

– la virgola viene utilizzata anche dopo le espressioni Sì e No: ‘Sì, sono stato io a tossire’; ‘No, non mi interessi’

– la virgola viene utilizzata dopo le frasi introduttive: ‘Visto che è presto, andrò a farmi una nuotata’; ‘Se i miei calcoli sono esatti, dovremmo arrivare in tempo’

– la virgola viene utilizzata anche dopo le interiezioni (‘Ehi, dico a te!’), dopo le esortazioni (‘Ti supplico, non lasciarmi’) e dopo i vocativi (‘Marco, ricordati di non fare i capricci’)

– la virgola viene utilizzata anche per separare le frasi incidentali (‘Alice fece capire, senza alcun dubbio, che era ora di mangiare’) e le apposizioni (‘Leonardo Da Vinci, il celebre artista e inventore, è nato a Vinci’)

Oltre alla breve carrellata di regole finora elencate, bisogna ricordare che la virgola non deve mai e poi mai essere usata per separare il soggetto dal predicato o quest’ultimo dal complemento oggetto:

Frasi sbagliate sono:

‘I principali esperti del settore, hanno dichiarato che il cibo è commestibile’
‘I principali esperti del settore apprezzano, quel cibo’

Frasi corrette sono:

‘I principali esperti del settore hanno dichiarato che il cibo è commestibile’
‘I principali esperti del settore apprezzano quel cibo’

La virgola viene poi normalmente usata anche per separare nomi propri di persona da locuzioni, come i saluti per esempio, ma può anche contribuire a cambiare il significato di alcune frasi, infatti la sua posizione è fondamentale per il significato della frase, come nel seguente esempio:

‘Mentre il cavallo salta, un ostacolo cade’ (questa frase significa che mentre il cavallo salta, l’ostacolo è caduto al suo passaggio)
‘Mentre il cavallo salta un ostacolo, cade’ (questa frase, invece, significa che il cavallo è caduto mentre stava saltando)

Citiamo poi per dovere di cronaca che la virgola è usata anche in matematica per separare le cifre intere da quelle decimali in uno stesso numero: 27,34 €. Nei paesi anglosassoni (e in gran parte della letteratura scientifica) la virgola viene invece usata come separatore delle migliaia, mentre il punto separa i numeri interi da quelli decimali (ad es.: 234,927.93), tanto per complicarci ulteriormente le idee.

Redazione

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