Un bimbo di cinque anni disabile non è riuscito a salire sul treno perché, per l’agente della Polfer, era troppo lento e, invece di aiutarlo, gliel’ha fatto perdere. L’incredibile storia è stata raccontata su Facebook dalla mamma del piccolo Emanuele, Alessia Bernardi. In un lungo post, la signora ha parlato per il figlio: ha scritto dell’umiliazione del bimbo che, a cinque anni e alle prese con una malattia metabolica rara, è stato sgridato perché “lento” da chi invece avrebbe potuto aiutarlo. Perso il treno, è saltata anche la mattina di terapie all’ospedale, ma non basta. Oltre il danno, è arrivata la beffa: invece di chiedere scusa, il responsabile delle Ferrovie si è limitato a rimborsare il costo del biglietto.
La vicenda ha dell’incredibile e arriva a poca distanza dai fatti di Conegliano, in Veneto, quando un gruppo di ragazzi affetti dalla sindrome di Down è stato apostrofato dagli addetti della biglietteria perché “troppo lenti”.
Anche Emanuele si è sentito dire che era d’intralcio. Così racconta mamma Alessia. Era la mattina del 25 maggio, “la mamma e il papà mi accompagnano spesso con il treno all’ospedale, come stamattina con il treno delle h. 8,18 ma all’ospedale non ci sono mai arrivato”. Il piccolo lotta con una malattia metabolica che lo costringe a prendere molte medicine e a fare terapie anche per riuscire a camminare meglio.
“Eravamo in ritardo e il treno stava arrivando, pian pianino andavo verso il sottopasso per andare al binario n.2 quando un agente della polizia ferroviaria mi intimava di togliermi dalle scale poiché intralciavo con il mio lento cammino il passaggio agli altri passeggeri (beninteso nessuno si era lamentato)”.
La mamma ha spiegato all’agente che era un bimbo disabile, che si sarebbe aspettata un aiuto e non certo un rimprovero. “Quando ho visto avvicinarsi un poliziotto ho pensato, cavolo che fortuna… mi aiuterà… mi porterà in braccio sul binario… in un lampo sarò sul treno…invece… per me bambino pluridisabile di 5 anni solo umiliazione gratuita”, prosegue.
Alla fine, Emanuele ha perso il treno e anche la mattina di terapie. Dai responsabili in stazione non sono arrivate neanche le scuse, solo gli spiccioli del biglietto. “Io avrò perso anche il treno delle h.8,18 oggi 25 maggio 2015 ma tu caro agente hai perso qualcosa di molto più grande”, l’amara e vera conclusione.