L’episodio a cui stiamo facendo riferimento risale al 2018. Selene Ticchi, all’epoca all’interno di Forza Nuova e attualmente nel Movimento nazionale rete dei patrioti era finita sotto processo per aver violato la Legge Mancino. Sembra infatti che la donna aveva indossato una maglietta con la scritta “Auschwitzland”. Era stata richiesta a seguito del fatto una condanna di 9 mesi e 600 euro di multa da pagare, ma a quanto pare la donna non dovrà scontare alcuna condanna.
Il Tribunale di Forlì ha espresso la sua sentenza di assoluzione per la signora Selene Ticchi, che il 28 ottobre 2018 indossò una maglietta con la scritta “Auschwitzland” andando così a violare la Legge Mancino. Per il Tribunale però il fatto non sussiste e il caso si è chiuso con l’assoluzione della donna.
La donna, all’epoca militante di Forza Nuova e oggi nel Movimento Nazionale Rete dei Patrioti, era finita sotto processo per la violazione della legge Mancino, una legge che punisce la discriminazione di persone per motivi di etnia, nazionalità, razza, religione o opinioni politiche.
Vediamo più da vicino che cosa è successo.
La richiesta di condanna
La Procura di Firenze aveva chiesto per la Ticchi una condanna a nove mesi di carcere e 600 euro di multa.
“Siamo felici e soddisfatti del risultato”,
ha commentato a caldo Selene Ticchi, la donna sotto accusa.
Sembra quindi che tribunale di Forlì abbia assolto la Ticchi, un’originaria di Budrio e militante di Forza Nuova e ora nel Movimento nazionale rete dei patrioti, che il 28 ottobre 2018 indossò una maglietta con la scritta ‘Auschwitzland’.
La Ticchi fu accusata di violare la Legge Mancino a causa della maglietta che recava sopra la scritta nell’inconfondibile carattere del campo di concentramento di Auschwitz. Il tribunale, tuttavia, ha stabilito che il fatto non costituisce reato e, pertanto, ha assolto l’imputata. Il processo si è svolto a Predappio (Forlì-Cesena).
Cos’è la Legge Mancino
La legge 25 giugno 1993, n. 205, detta anche legge Mancino è un atto legislativo della Repubblica Italiana che mira a prevenire e sanzionare azioni di discriminazione, odio, violenza o intolleranza nei confronti di persone o gruppi in base a motivazioni razziali, etniche, religiose o nazionali.
In particolare, la legge punisce frasi, gesti, slogan ed anche l’utilizzo di simboli che incitano all’odio, alla violenza o alla discriminazione. Essa mira a garantire una convivenza pacifica e una società più tollerante e accogliente.
Sembra quindi che Selene Ticchi, il 28 ottobre 2018 indossò una maglietta con la scritta ‘Auschwitzland’. In questo modo aveva violato la legge Mancino, ma a quanto pare iil Tribunale di Folì ha ritenuto che il caso non sussiste.
Si conclude così il processo che vedeva imputata Selene Ticchi. L’accusa aveva chiesto come condanna per la donna nove mesi di carcere e 600 euro di multa, ma a quanto pare il tribunale ha ascoltato la Ticchi, dichiarandola non colpevole del reato.